Ieri l'Agenzia Dogane e Monopoli ha reso noti i codici vincenti della Lotteria degli scontrini. Il Veneto e la Lombardia sono le regioni più fortunate nella prima estrazione con tre località ciascuna nella top ten: Bassano del Grappa, Giavera del Montello (Treviso) e Quinto di Treviso (Treviso) per la prima; Milano e provincia (Bareggio), Mortara (Pavia) per la seconda. Poi Romentino (Novara), Collegno (Torino), Roma e Silvi (Teramo).
Ma nel giorno della prima estrazione, sull'iniziativa voluta dal precedente governo sono arrivate anche le prime critiche «a consuntivo». Esigua partecipazione, scarso interesse, operazione naufragata in partenza: è la posizione di Confcommercio che ricorda di aver chiesto «una proroga per evitare questo flop annunciato». «Al 20 dicembre 2020 - spiega Confcommercio - su 1,4 milioni di registratori telematici installati solo 700 mila erano stati aggiornati. Ora possono essere stati fatti circa altri 100mila aggiornamenti ma le aziende che devono farli non riescono a stare al passo con le richieste». Sulla stessa lunghezza d'onda Confesercenti. «Un flop. I nostri associati ci segnalano che solo il 6% circa dei clienti, in media, chiede di partecipare: forse l'incentivo non è accattivante come si credeva». Critiche anche dal fronte opposto, quello dei consumatori. L'associazione Codacons chiede lo stop immediato per «mettere tutti nelle medesime condizioni di accesso alle vincite», come prescrive la legge sui concorsi a premio. Negativo anche il giudizio di Forza Italia e Fratelli d'Italia. La lotteria degli scontrini con il cashback «costa circa 5 miliardi di euro», dice Giorgia Meloni, leader di Fdi, ricordando che «il governo Conte ha destinato 11 miliardi per i ristori e quasi 5 miliardi alla guerra al contante». Per questo Fdi «ha chiesto al nuovo governo di sospendere il cashback e di destinare questi 5 miliardi ai ristori».
Secondo la capogruppo di Fi al Senato, Anna Maria Bernini, il bilancio dell'operazione è «fallimentare: un esperimento da apprendisti stregoni
del fisco che non ha raggiunto nessun obiettivo e si è scaricato interamente sulle spalle degli esercenti, creando problemi aggiuntivi in termini di costi e di burocrazia senza produrre l'ipotizzato incremento dei consumi».
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