Lo scontro in Cdm: così non è passato l'obbligo di vaccino per gli statali

Confronto in Cdm sull'estensione dell'obbligo di vaccinazione ad altre categorie di lavoratori

Lo scontro in Cdm: così non è passato l'obbligo di vaccino per gli statali

Alla fine è caduta nel vuoto, per il momento, l'ipotesi dell'obbligo di vaccinazione per tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione. L'opzione era stata avanzata da diversi esponenti del governo, ma la dura e netta posizione contraria della Lega ha evitato che la norma finisse nel nuovo decreto approvato dal Consiglio dei ministri. Per il momento dunque i discorsi sull'obbligo vaccinale sono rimandati, anche se resta ancora in piedi la possibilità di sottoporre alla somministrazione del siero anti-Covid tutto il mondo dei lavoratori senza alcun distinguo. Nel corso della seduta del Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha proposto una "riflessione" sull'estensione dell'obbligo vaccinale a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, come avvenuto a ottobre per l'obbligo del green pass. Secondo le fonti ministeriali la decisione del Cdm è stata rinviata anche alla luce della proposta di Brunetta di riflettere sull'estensione a tutti i lavoratori e non solo alla Pa.

Le richieste della Lega

Fonti del Carroccio fanno sapere che la linea dei ministri leghisti è stata dura nei contenuti, anche se pacata nei toni, per quanto riguarda la discussione sull'obbligo di vaccinazione per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Comunque, nel caso di estensione dell'obbligo vaccinale ad altre categorie, è stato chiesto di prevedere indennizzi per eventuali danni da vaccini e specifiche fattispecie di esenzione per chi non può vaccinarsi per ragioni sanitarie.

Gli esponenti del partito di Matteo Salvini hanno inoltre posto l'attenzione sulla necessità di una raccomandazione perché venga usata più cautela nella comunicazione in tv di virologi ed esperti. Nei talk show e nelle trasmissioni televisive non sono rare interpretazioni diverse, pareri totalmente discordanti e indicazioni opposte. Una situazione confusionaria che rischia di creare incertezza e sfiducia tra i cittadini. Motivo per cui la Lega chiede più attenzione.

Non passa la linea del Pd

Non è passata la linea del Partito democratico, che invece chiedeva di intraprendere una linea più intransigente e rigorista sul fronte della vaccinazioni. Deluso e amareggiato il dem Francesco Boccia: "Se ci fosse stato l'obbligo, oggi non avremmo questi numeri. Non ci voleva un chiromante per capire che le varianti che stanno devastando l'Europa sarebbero arrivate anche in Italia". Il senatore Andrea Marcucci chiede al governo di "riflettere molto presto non di estendere l'obbligo vaccinale ad altre categorie di dipendenti pubblici, ma proprio a tutti i cittadini italiani".

Ristori per le discoteche

La Lega sottolinea come i locali da ballo abbiano già sofferto tantissimo in questi mesi di pandemia, con le conseguenze economiche che si sono rivelate drastiche. Perciò il Carroccio - al termine del Consiglio dei ministri - ha fatto trapelare una linea assolutamente contraria alla chiusura delle discoteche, che non potranno aprire fino al 31 gennaio 2022.

Dal partito guidato da Matteo Salvini spiegano che le ipotesi di impedire il consumo di bevande sarebbe stato un danno maggiore della stessa chiusura, per la quale dovrà essere comunque previsto un ristoro.

Nel nuovo decreto viene previsto un altro limite: il consumo di cibi e bevande sarà vietato in stadi e palazzetti, così come in cinema, teatri, sale da concerto, locali con musica dal vivo all'aperto e al chiuso.

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