“Sulla scuola c'è un problema politico e istituzionale importante. In consiglio dei ministri è stato cambiato un accordo siglato tra istituzioni e questo è un precedente molto grave, non credo sia mai successo”. Lo ha dichiarato il presidente della conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, nel corso di un collegamento con Radio KissKiss. “Se si cambia idea – ha continuato Fedriga – si convocano le parti con le quali si erano trovati gli accordi e si rimodulano. Oggi ho convocato una conferenza delle Regioni straordinaria e sono in contatto con Anci e Upi”. L’incontro è previsto alle ore 15.30 (esclusivamente in videoconferenza), con all’ordine del giorno le valutazioni sul decreto legge Covid-19 approvato dal consiglio dei ministri nella giornata di ieri.
Il presidente della conferenza delle Regioni ci è andato giù pesante. “In questo caso – ha spiegato – si prescinde dalle sensibilità politiche, si è incrinata la leale collaborazione tra Stato e Regioni”. Lo scontro tra istituzioni è ampio; non solo la scuola, ma anche il coprifuoco è finito sotto accusa. Le Regioni, all’unanimità, volevano spostarlo alle ore 23. “Dispiace – ha dichiarato Fedriga al Corriere della Sera – che il contributo costruttivo di tutte le Regioni d’Italia non sia stato accolto. Come conferenza abbiamo dimostrato che in un momento d’emergenza si può trovare unità indipendentemente dalle appartenenze politiche presentando proposte fattibili e di equilibrio”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia ha aggiunto nell’intervista a Radio Kiss Kiss: “Come tutte le altre, anche questa decisione è stata presa all’unanimità in conferenza delle Regioni. È stato fatto un gran passo avanti tra i territori, forse più che a livello centrale: tutte le proposte sono condivise da Nord a Sud e da destra a sinistra. Nella concretezza del quotidiano, abbiamo superato le divisioni partitiche”.
Profondo disaccordo c’è anche sul coprifuoco, su cui il governo Draghi è irremovibile. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha evidenziato: “Non possiamo essere d’accordo sulle ore 22, perché in conferenza delle Regioni all’unanimità avevamo chiesto l’allungamento di un’ora e maggiore disponibilità sulle aperture di ristoranti e bar. Anche noi siamo delusi, poiché le nostre richieste non sono state soddisfatte”. Per Fontana, la proposta degli enti regionali era “assolutamente responsabile”; il governatore ha concluso: “Qualcuno mi spieghi perché un’ora di distanza farebbe schizzare i contagi in alto”.
Dalla parte delle Regioni è il leader della Lega Matteo Salvini, il quale si è soffermato sulle proteste dopo il decreto su coprifuoco e riaperture di ieri sera in Cdm. "Fanno bene a lamentarsi, non sono state ascoltate su nulla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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