Scuola, prime classi in Dad. Test salivari in due regioni

Bolzano, casi in 8 istituti. In Toscana e Lazio via agli esami. Sui prof di sostegno il Tar boccia il ministero

Scuola, prime classi in Dad. Test salivari in due regioni

La macchina scuola ha preso il via e procede ma qualche ingranaggio andrà rivisto. E sarà necessario da parte dei dirigenti scolastici un certo grado di flessibilità di fronte a casi particolari. Non solo. Mentre il green pass dei docenti viene controllato sulla piattaforma ad hoc dai presidi non è previsto un controllo da parte di terzi per la carta verde dei dirigenti scolastici. Chi controlla il controllore? Intanto si registrano i primi casi positivi con le conseguenti chiusure: sono già 8 le classi in quarantena in Alto Adige dove le lezioni sono iniziate una settimana prima. In quarantena soltanto gli alunni e i docenti delle classi coinvolte non tutta la scuola come indicato dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, dietro raccomandazione del Comitato Tecnico Scientifico.

É ancora aperta la questione dei test salivari che stanno partendo in molte regioni. Ma questi test ritenuti non affidabili dagli esperti saranno al momento utilizzati soltanto a fini di screening e non per ottenere il green pass. Al via per gli alunni delle cosiddette classi sentinella i test salivari ai quali si aderisce su base volontaria. Nel caso di un alunno positivo chi non si sottopone al test dovrà restare in quarantena più a lungo: 7 giorni per i ragazzi testati, 10 per i non vaccinati e 14 per quelli che non si faranno testare. I test a campione partono in Toscana e nel Lazio. «Il monitoraggio interesserà circa 30mila alunni e verrà effettuato ogni 2 settimane», spiega l' assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato.

Qualche inciampo nel sistema non è mancato. In particolare per i genitori dei più piccoli, materne ed elementari, privi di green pass. Un padre in provincia di Bergamo si è visto negare la possibilità di raggiungere i suoi due figli in classe perché privo di carta verde. E dato che non era disponibile nessuno del personale interno per accompagnare fuori i piccoli l'uomo ha minacciato l'intervento dei carabinieri per poter prendere i propri figli di 3 e 5 anni. Alla fine ha ottenuto l'autorizzazione ad entrare da parte del dirigente scolastico che, interpellato, ha rivendicato il diritto di far rispettare le norme: senza green pass non si entra.

Sulla questione interviene Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi. «L'accesso ai genitori sprovvisti di certificazione verde può essere ammesso soltanto all'aperto -dice Giannelli- L'ingresso negli spazi chiusi è sempre interdetto». Giannelli sottolinea anche «alle scuole serve più personale, occorre incrementare gli di assistenti amministrativi di segreteria e bidelli». Altrimenti è ovvio che non ci saranno dipendenti disponibili per accompagnare i bimbi all'esterno. Possibile l'accesso nei cortili come confermato anche dal sottosegretario all'Istruzione, Barbara Floridia. Tra le altre criticità segnalate dagli addetti ai lavori il gap di tempo che a volte intercorre tra l'esecuzione del tampone e l'ottenimento della carta verde: quella del tampone non può essere una soluzione a lungo termine per chi va a scuola deve andare giorno. Impensabile passare un anno a ripetere il test ogni 48 ore per ottenere la carta verde per entrare a scuola e lavorare.

Si profila anche un problema in più per i docenti

di sostegno. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di alcune associazioni di familiari degli alunni disabili bocciando i nuovi Percorsi educativi individualizzati lasciando in sostanza gli istituti privi di linee guida.

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