Scuola, scoppia il caso delle mascherine Ffp2 "Più care in farmacia, danno erariale enorme"

I presidi: sulla piattaforma pubblica a 20 cent, ma non si possono ordinare

Scuola, scoppia il caso delle mascherine Ffp2 "Più care in farmacia, danno erariale enorme"

Sono lontani i tempi in cui le mascherine non si trovavano. Ora ci sono, ma non mancano i problemi legati alle forniture. L'ultimo caso segnalato riguarda le modalità di approvvigionamento delle Ffp2 nelle scuole, dove sono obbligatorie per gli alunni e il personale in regime di auto-sorveglianza.

Il decreto Sostegni ter stabilisce che vengano fornite gratuitamente agli istituti e che siano le scuole stesse ad ordinarle presso le farmacie convenzionate. Il governo provvederà poi a liquidare le fatture, così come previsto dalla convenzione sottoscritta dal generale Francesco Paolo Figliuolo con Federfarma e Assofarma e disposto dal capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, Jacopo Greco. Ma c'è un problema di costi più elevati, rispetto a quelli che si sosterrebbero se le mascherine fossero comprate sulla piattaforma Mepa (per gli acquisti in rete della Pubblica Amministrazione). A porre la questione in questi termini è Attilio Fratta, presidente nazionale dell'associazione Dirigenti Scuola, che denuncia un «enorme danno erariale». Questo perché in farmacia il prezzo calmierato delle Ffp2 è di 0,75 euro. «Le stesse mascherine certificate sono vendute sulla piattaforma Mepa a 0,20 cadauna per un lotto da 6mila che è il minimo per una scuola di media grandezza. Differenza 0,55 euro ovvero 3.300 euro per ogni lotto, che moltiplicato circa 8mila istituti scolastici fanno 23.400.000 euro per un fabbisogno di pochi giorni. Un fatto gravissimo».

Il problema è che, non essendo stati accreditati i fondi direttamente alle scuole, «i dirigenti non possono evitare l'enorme dispendio di denaro pubblico a meno che provvedano all'acquisto con i fondi delle scuole». Così almeno si è sentito rispondere Fratta dal capo dipartimento Greco. Solitamente, invece, i dirigenti hanno l'obbligo di acquistare su Meta, a meno che non trovino sul mercato la stessa fornitura ad un prezzo inferiore. In questo caso, invece, è di fatto esclusa la possibilità di ricorrere alla piattaforma, a meno che gli istituti non ci vogliano rimettere di tasca propria. Un modo di procedere decisamente antieconomico, denuncia Fratta: «Se consideriamo quante mascherine servono a una scuola in un mese o addirittura in un anno, il costo aggiuntivo è altissimo». Il presidente dell'associazione dirigenti ha segnalato la questione sia al Capo di Gabinetto che al Capo Dipartimento, ma al momento tutto tace. «Sono sconcertato come rappresentante di categoria - spiega - ma anche come cittadino. L'impossibilità di acquisto diretto ci blocca, ma non vogliamo restare a guardare.

Denuncio quindi la gravità della situazione auspicando che Figliuolo annulli il protocollo o lo adegui ai prezzi di mercato anche per evitare l'evidente danno erariale del quale qualcuno dovrà pur rispondere. E ci auguriamo che non ricada su di noi alcuna responsabilità, anzi rivendichiamo la correttezza del nostro operato sempre e comunque».

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