Gli italiani si contagiano perché sono sicuri di non farlo e non hanno paura. Molti pensano che il Covid sia sì una grave minaccia, ma per gli altri, non per sé. I segnali sono evidenti. Parlando con la gente, ognuno ha la sua personale ricetta che lo tiene al riparo: chi incontra a pranzo ma solo una o due persone, non le tavolate, così evita il contagio di chi siede cinque sedie più in là; chi la mascherina sì, ma l'importante è lavarsi le mani; chi incontra ma all'aperto. In ogni caso, tutte precauzioni che non servono seduti al bar o a ristorante, perché lì cessa l'obbligo di mascherina e lo stesso virus pare rispetti quella zona franca, seppure fino alle 18,00. Simili segnali sono confortati da Ipsos, leader nei sondaggi, che da marzo misura il livello di percezione degli italiani della minaccia Covid: per il mondo, per il Paese, per la comunità e per se stessi, in una scala zero-cento. La preoccupazione più forte, italiani brava gente, è per il mondo intero: intorno a 80 punti e abbastanza stabile. Subito sotto la minaccia percepita per il Paese, arrivata a 88 nel primo lockdown e poi scesa in estate sui 60 punti, prima di risalire a 80 a metà novembre. La minaccia per la comunità non è mai arrivata a 70, nemmeno in primavera, e d'estate è scesa sotto i 40 punti. Adesso è a 60. Insomma, più ci si avvicina e meno l'italiano medio percepisce il pericolo, tanto da riservare a se stesso le minori preoccupazioni. Poco sopra i 50 punti a marzo e meno di 30 in estate. Comprensibilmente, si dirà, visto che la prima chiusura è arrivata quando il virus non si era ancora molto diffuso all'intero Paese. Ma a metà novembre, con il 17% di positivi al tampone, era a 43 punti, gli stessi di fine aprile, quando eravamo a un passo dalla riapertura e il contagio era ormai sotto controllo. Adesso invece è fuori controllo. Insomma, il Covid ha un grande alleato che lo cerca, noi. Non tanto perché andiamo in giro, ma per come ci andiamo: convinti che il pericolo lo corrano gli altri. Così non facciamo che gettarci tra le sue braccia. Invochiamo divieti che soffocano l'economia e spargono miseria e ignoranza tra gli studenti.
A che servono, se poi li usiamo come un semaforo e quando è verde sfrecciamo senza paura? Sarebbe meglio rallentare, col verde, e vedere se qualcuno non stia incrociando col rosso. Può capitare, specie se alla guida c'è uno senza patente, grigio a puntini rossi.
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