Landini sui vaccini sta perseguendo il suo obiettivo, anche se ai più appare ondivago e c'è chi scrive che stia sfuggendo alle sue responsabilità. Chi pensa questo ritiene che il fine del sindacato sia il bene dei lavoratori, che sempre più coincide col bene del Paese. In un'economia florida i lavoratori possono stare bene o meno bene; in una che arranca stanno sicuramente male. In questa visione, il sindacato dovrebbe fare la sua parte per aiutare il sistema a produrre più ricchezza, salvo poi chiedere una fetta maggiore: per distribuire alla maniera socialista, devi produrre alla maniera capitalista. Siamo tutti sulla stessa barca, pur se in posizioni diverse e a volte contrapposte. Noi. Il sindacato no.
Landini e company guidano delle organizzazioni e di queste sentono la responsabilità. Tali organizzazioni, ancorché mantenute dai contributi degli iscritti, più o meno consapevolmente, sopravvivono solo grazie al potere che gli riconoscono altri soggetti istituzionali, essenzialmente in base al numero di lavoratori che rappresentano. Per questo è Landini il più importante di tutti, parla per primo e detta la linea. Bene, questo meccanismo gli impone di essere inclusivo, non selettivo.
Così, le posizioni verso i comportamenti dei lavoratori non sono mai nette e definite. Non sono contrari al vaccino, e ci mancherebbe, ma se poi uno non volesse va bene uguale. Al lavoro bisogna andarci, e ci ri-mancherebbe, ma se poi qualcuno fa il furbetto col cartellino va bene lo stesso. I lavoratori vaccinati o che timbrano onestamente sono parte lesa, vittime di chi mette a rischio la loro salute o li frega sull'orario di lavoro. Ma su questo Landini non dice una parola, perché insegue tutti i lavoratori, non escludendo chi sbaglia e si pone contro i suoi stessi colleghi. Anzi, proprio cavalcando l'errore: se ne combini una grossa, il sindacato non ti lascerà solo. Ma lavoratrici e lavoratori non sono tutti uguali e alcuni agiscono peggio di altri. Difendere gli indifendibili è un modo volgare e protervo di spendere il patrimonio degli iscritti. Dopodiché, il sindacato ama assumere posizioni nette e anche di rottura, ma sempre e solo con chi sta all'esterno del suo perimetro. Quindi, se insisti sui vaccini ti inchiodiamo su infortuni e sicurezza non-Covid, così diamo pure il messaggio ai lavoratori che ci battiamo per loro.
Anche
i megafoni giornalistici tacciono perché massificati ideologicamente: criticare il sindacato è peccato mortale. Del resto, l'unica grande organizzazione sociale che dura da duemila anni si fonda appunto sull'inclusività.
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