Aprire bocca, in tempi social, può essere pericoloso. Figurarsi se la si usa prima per mangiare e poi per esprimere una legittima critica: essendo che siamo tutti Masterchef, guai a chi non apprezza. Per carità: Floriano Pellegrino e Isabella Potì ottimi cuochi (si può ancora dire così?) lo sono, visto che il loro Bros' vanta una stella Michelin. Cuochi particolari: parlano di avanguardia, mischiano digital e fornelli, assemblano culture americane e di provincia per menù tutt'altro che banali. Li chiamano i Ferragnez della cucina, ed anche in questo caso - come dovrebbe - diventa una questione di gusti. Solo che poi capita che al Bros' arrivi una blogger dagli Usa, la quale si vede recapitare piatti arditi (tipo «Limoniamo», una schiuma di limone che esce da un contenitore a forma di bocca) e che alla fine descrive così: «Abbiamo mangiato nel peggior ristorante stellato di sempre». Sottotitolo: «Ma lì, poi, quando si mangia?». Geraldine deRuiter ha espresso un parere, ci mancherebbe. Visto però il titolo (e pezzo) umoristico il giudizio viene rilanciato dal New York Times e piomba sulla tavola di Pellegrino, scatenando la rabbia social di chi non ammette non allineati. Lui, lo chef, replica sdegnato con un «noi siamo artisti!», seguito dalla folla di odiatori professionisti e non che alza la solita marea contro la critica troppo critica. Il punto allora è che qui non è da decidere da che parte stare: probabilmente al Bros' si mangia benissimo.
Ma la cosa non importa più, perché ormai vince sempre chi urla. Diciamolo allora: anni fa un critico cinematografico liquidava i film che non gli piacevano con un «non l'ho visto, non mi interessa». Era avanti anche lui. Purtroppo.
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