E se fosse toccato alla persona sbagliata?
Riassumiamo i fatti per chi, per sua fortuna, se li fosse persi. Succede che Chiara Valerio, intellettuale di riferimento della sinistra femminista, diriga la fiera dell'editoria Più libri più liberi che si apre a breve a Roma. E succede che, tra i molti ospiti e i moltissimi amici, inviti anche il filosofo Leonardo Caffo giro Einaudi, Scuola Holden, Internazionale, Huffington Post... -, autore di un saggio sull'anarchia. Una scelta giustissima. Però succede anche che Chiara Valerio, amica delle donne e vestale dell'amichettismo, dedichi l'edizione di Più libri più liberi alla memoria di Giulia Cecchettin, simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne. Altra scelta più che giusta.
Poi però succede anche che Leonardo Caffo sia sotto processo con accuse molto pesanti l'altro ieri a Milano c'è stata un'udienza molto accesa - per maltrattamenti e lesioni contro la sua ex compagna.
Seguono proteste, mugugni, richieste di chiarimento su quella che sta diventando una presenza controversa. Un noto poeta invita a boicottare il festival, con ironia: «Complimenti alla direttrice Chiara Valerio. Il femminismo accolto solo teoricamente, mai nella prassi, mi raccomando. Magari con un ricordo di Michela Murgia».
A questo punto Caffo rinunciato a partecipare a Più libri più liberi («Se la mia presenza rovina una fiera così importante per la cultura italiana e dedicata a un così alto ideale, credo sia necessario come intellettuale fare un passo indietro») ringraziando per l'invito Chiara Valerio. La quale, con un post su Intagram, ieri ha detto sintetizziamo - «Si è innocenti fino alla sentenza. Se Caffo non viene, presenterò io il libro al posto suo». Che è un'altra scelta giustissima.
È tutto giusto.
È giusto che la direttrice dedichi un festival pubblico a chi vuole lei; è giusto che inviti uno scrittore suo amico al festival; è giusto che inviti uno scrittore che non è colpevole di alcunché, ma solo presunto. È giusto anche che se lo scrittore si ritira la direttrice presenti il suo libro in nome della libertà di parola. È giusto anche soprassedere a legittimi dubbi di opportunità.
Tutto giustissimo.
Per concludere. Siamo convinti che giuridicamente, politicamente, culturalmente e moralmente uno scrittore accusato di abusi, ma non condannato, partecipi a una fiera del libro, anche se la fiera è dedicata a una vittima di femminicidio.
Ma siamo altrettanto convinti - perché abbiamo visto ministri costretti a dimettersi sul niente e giornalisti perdere una trasmissione Rai per molto meno - che a parti politiche inverse le cose sarebbero andate
diversamente. Molto.Se a dirigere Più libri più liberi fosse un intellettuale figlio della nuova egemonia della destra (almeno...), quanti minuti sarebbero passati prima che la canea di sinistra ne chiedesse le dimissioni?
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