"Se vedeste la mia busta paga...". Esimio ministro, non si giura su un Iban

La Lamorgese si lamenta del suo stipendio da ministro. Ma dimentica un paio di cose

"Se vedeste la mia busta paga...". Esimio ministro, non si giura su un Iban

"Qualcuno chiede che io mi guadagni lo stipendio che ricevo: ebbene, forse dopo aver visto la mia busta paga non lo direbbe più...". Luciana Lamorgese lancia il guanto di sfida della povertà. Anche se sembra suonare più come una inconscia ammissione di colpevolezza, come a dire: per quel poco che prendo, vi lamentate pure? Un modo insolito di rispondere alle critiche, quelle ormai costanti provenienti dalla Lega e da Fratelli d'Italia soprattutto, sul suo operato da titolare del Viminale. Un modo impervio per dimostrare di essere una sorta di icona della spending review. Ma speriamo che non sia questo il vero intento del ministro. Al quale però puntualizziamo sommessamente due cose. La prima è che il suo stipendio dovrebbe aggirarsi intorno ai 4500 euro netti al mese. La seconda è che se per qualche errore di ricerca la cifra non dovesse corrispondere al vero potrebbe sempre pubblicare il suo compenso sulla sezione "Amministrazione trasparente" del sito del governo. Avrebbe così l'occasione di aggiungersi alla (sparuta) platea di colleghi che ha osato farlo. Tuttavia, per provare a tirarle su il morale, le ricordiamo le parole che lei stessa ha pronunciato prima della consueta stretta di mano con il Presidente della Repubblica: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione". Non si giura su un Iban. E per quanto 4500 euro netti al mese possano essere anche una cifra esigua per il compito che si trova ad affrontare un ministero dell'Interno, la spinta non deve venire dal portafoglio ma da qualcosa di ben più nobile. Ci piace pensare che ci sarebbero persone disposte ad assumere la sua carica anche per molto meno. E siamo certi che lei stessa prima di giurare sulla Carta fosse ben consapevole delle cifre che avrebbe contemplato la sua busta puga.

Insomma, esimio ministro, con l'auspicio che la sua sia stata solo un'uscita di carreggiata e che il suo lavoro sia animato dallo spirito di servizio per cui in molti la apprezzano, le auguriamo buon lavoro, sperando che il cedolino non alberghi più nella sua mente.

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