"Se vuoi uccido i bimbi". Viceprimario e la sua amante in manette a Saronno

Sono accusati di 5 delitti: quattro pazienti terminali e il marito dell'infermiera. Telefonate choc tra i due

"Se vuoi uccido i bimbi". Viceprimario e la sua amante in manette a Saronno

«Se vuoi uccido anche i bambini». «No, i bambini no». A leggere le conversazioni captate dalla Procura di Busto Arsizio, Leonardo Cazzaniga il ruolo del padreterno se l'era cucito addosso senza nemmeno una piega. Alla donna che per compiacerlo gli chiedeva cosa fare, l'infermiera Laura Taroni, di 20 anni più giovane e a lungo in servizio con lui al pronto soccorso dell'ospedale di Saronno, l'anestesista sessantenne rispondeva da angelo. E angeli, nel gergo della coppia, da tempo unita da una relazione sentimentale, erano i figli di lei, simbolicamente offerti in sacrificio. Due bimbi in età da scuola elementare, da ieri ospiti di una struttura protetta. La madre dei fanciulli e il suo compagno sono finiti dietro le sbarre. Accusati di omicidio perché sospettati di aver causato la morte di quattro pazienti malati terminali, uccisi con dosi massicce di medicinali inutili. Lo stesso metodo, ritengono gli inquirenti, utilizzato per far fuori il marito dell'infermiera. Episodi verificatisi quando gli angelici amanti in camice bianco indossavano i panni del diavolo: un contrasto, quello tra angeli e dèmoni, usato dagli inquirenti per ribattezzare l'operazione. Volutamente legata all'omonimo libro di Dan Brown ma in concreto simile alle vicende degli angeli della morte alla Jack Kevorkian, il medico statunitense (condannato a 25 anni di galera per omicidio) che teorizzò il dovere dei dottori di sostenere la scelta di morte dei pazienti affetti da patologie gravi e incurabili.

Sul diabolico duo lombardo i carabinieri della Compagnia di Saronno avevano acceso i riflettori nel giugno del 2014, all'indomani della denuncia presentata da un'infermiera. Al centro degli accertamenti, una serie di decessi poco chiari. Almeno 4, susseguitisi tra il febbraio del 2012 e l'aprile del 2013. Ad entrare in azione, ogni volta, il dottor morte dell'Altomilanese. «Si trattava di persone anziane e malate sottolineano in Procura - alle quali il medico aveva somministrato per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione, dosi letali di farmaci: morfina, clorpromazina, midazolam, propofol e promazina». Il cosiddetto protocollo Cazzaniga: l'anestesista se ne sarebbe vantato al punto da dargli il proprio nome, testandolo pure sul marito della Tauroni, un allevatore di 45 anni: il viceprimario e la sua collaboratrice, stando all'ordinanza di custodia siglata dal gip Luca Labianca, lo avrebbero convinto d'essere malato di diabete e curato a casa, «somministrandogli farmaci di cui non aveva necessità, incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute», così debilitandolo fino a portarlo alla tomba.

Era il 30 giugno del 2013. Sarebbe stata quella l'ultima vittima accertata, anche se continuano le verifiche su altri 4 casi nei quali «è stato riscontrato un uso eccessivo e anomalo di farmaci ma non è stato possibile escludere che il paziente, per le sue condizioni, sarebbe morto comunque». Pur escludendo il concorso del personale dell'ospedale di Saronno negli omicidi ipotizzati, nel registro degli indagati il pm Cristina Ria ed il procuratore capo Gian Luigi Fontana hanno iscritto 12 tra medici e dirigenti del nosocomio saronnese: pur avendo ricevuto segnalazioni su situazioni dubbie, non si sarebbero attivati per appurare eventuali responsabilità.

Alle prime avvisaglie dell'inchiesta, protrattasi per oltre due anni con il ricorso ad intercettazioni, verifiche patrimoniali e l'ascolto di 150 testimoni, Cazzaniga e la Tauroni avevano optato per il trasferimento, passando l'uno all'ospedale di Agera e l'altra a quello di Busto Arsizio. Non è bastato ad evitare le manette. L'anestesista, prima di varcare i cancelli del carcere, ha chiesto di poter recuperare dal suo armadietto un libro di filosofia greca. Lo hanno accontentato.

In attesa che i giudici facciano chiarezza sulla storia, in cella potrà approfondire il mito di Sisifo, mandato tra i dèmoni per essersi illuso di poter diventare padrone della vita e della morte tenendo alla catena Tanato.

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