Segnali di discesa per contagi e ricoveri. Ma altre 4 Regioni passano in arancione

Altems: meno ingressi nelle intensive. Gimbe: netta frenata, da lunedì la curva calerà. Cambio di colore per Piemonte, Friuli, Abruzzo e Sicilia. Ieri 385 morti. Vaccini over 50: +28% in 7 giorni

Segnali di discesa per contagi e ricoveri. Ma altre 4 Regioni passano in arancione

E forse il peggio sta davvero passando. Anche per questa quarta ondata di pandemia. Nei grafici iniziano a intravedersi (timidi) segnali che raccontano di una variante Omicron un po' meno pesante. Il quadro non è ancora uniforme in tutta Italia, tanto che quattro regioni (Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Abruzzo e Sicilia) da lunedì diventeranno zone arancione. Ma (in media) sono in calo gli ingressi in terapia intensiva che, in base al report dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'università Cattolica, passano da 1,73 per 100mila abitanti a 1,63. Registra un calo viaggiava ad una velocità media del +130% (raddoppiando il carico di settimana in settimana), mentre negli ultimi sette giorni è aumentata «solo» del 20%.

È vero che il numero di positivi è ancora alto (188.797 quelli registrati ieri) e il numero dei decessi è ancora lontano dal tollerabile (385 in un giorno), ma abbiamo imparato che la cifra delle vittime è frutto dei contagi di circa un mese prima e quindi, in base alla previsioni, si abbasserà anche quella. Per ultima, ma si abbasserà.

«Si tratta di un segnale di rallentamento della pressione del Covid sui sistemi sanitari - spiega Americo Cicchetti, direttore dell'Altems - sebbene si riscontri una variabilità regionale molto importante: infatti, nell'ultima settimana, la Valle d'Aosta ha visto un incremento del tasso di saturazione del +11,1%, seguita dalla Regione Marche che segna un +3,2%». La provincia autonoma di Trento segna l'alleggerimento minore del tasso di saturazione con una variazione rispetto alla scorsa settimana del -9%, seguita dal Veneto che ha -2,7% del tasso di saturazione dei letti in terapia intensiva. «Questi dati - avvisano da Altems - sono ancora preliminari e dobbiamo attendere almeno altre due o tre settimane per affermare che è stato raggiunto il picco di questa quarta ondata e che i diversi sistemi sanitari regionali abbiano contenuto la pressione vincendo lo stress test di questi due mesi».

La frenata dei contagi e un inizio della curva discendente della pandemia vengono confermati anche dall'analisi settimanale della fondazione Gimbe. «I numeri vanno sempre interpretati - spiega il presidente Nino Cartabellotta - Questa settimana c'è stata una netta frenata dell'aumento dei contagi, in 10 regioni aumentano e in 10 diminuiscono. I decessi aumentano perché si verificano circa tre settimane dopo il contagio ma siamo quasi al picco dell'ondata, la prossima settimana dovremmo scendere, verosimilmente, ma avremo ancora un mese di circolazione elevata del virus».

Il pool di analisti di Altems e della fondazione Gimbe concordano anche sulle scelte del governo. Non sarà necessario nessun inasprimento generale delle misure ma, questo si, è fondamentale proseguire in modo serrato con le vaccinazioni, soprattutto cercando di allargare la platea delle prime dosi. Già l'obbligo del vaccino agli over 50, in base ai dati Gimbe, ha aumentato del 28% la platea degli immunizzati. E una new entry importante sarà quella del vaccino di Novavax. Approvato dall'Aifa lo scorso 22 dicembre, avrebbe dovuto essere disponibile già ora ma, a causa di qualche ritardo nelle consegne, comincerà ad essere somministrato in Lazio dall'inizio di febbraio. «Appena avremo le dosi partiremo» con le iniezioni agli over 18 precisa l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato.

Il vaccino proteico potrebbe essere

accettato anche da gran parte dei no vax: non impiega la tecnica a mRna di Pfizer e Moderna ma si basa su un meccanismo utilizzato per i vaccini «vecchio stile». E questo potrebbe rassicurare e convincere chi ancora è scettico.

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