Arieccoli. Eravate curiosi di avere aggiornamenti sulla vicenda del commercialista Massimo Segre e dalla sua ex futura moglie, la manager Cristina Seymandi, che ha reso ancora più torrida la nostra estate (come se ce ne fosse stato bisogno)? Ecco, siete serviti. I due, trapela da fonti vicine alla procura torinese, sarebbero vicini a un accordo riservatissimo «per mettere a tacere le reciproche irrequietezze e chiudere così ogni rimostranza avanzata». L'accordo avrebbe tra la clausole quella che nessuna delle due parti dovrà divulgare alcunché sul gentleman agreement, soprattutto per quanto riguarda le cifre in ballo. Una condizione bizzarra per concludere una vicenda che è stata vissuta all'insegna del più osceno lavaggio pubblico di panni sporchi. Chissà se almeno stavolta i due sapranno tener fede a quel minimo di dignità a cui hanno platealmente abdicato in quello che è stato il più clamoroso divorzio preventivo che il gossip nostrano ricordi.
La vicenda è nota a tutti, ma a due mesi di distanza dal suo esplodere vale la pena riepilogarla. Siamo nella Torino bene, la città più ritrosa d'Italia, quella dove l'«esageroma nen», il non esageriamo, è scritto nello stemma araldico cittadino. Festa di compleanno in collina, lui, Massimo, 64 anni, prende il microfono e tutti preparano i fazzoletti pregustando l'annuncio pubblico del matrimonio con la quarantasettenne Cristina, già più volte rinviato. Ma le cose non vanno esattamente così: il commercialista, rampollo di una delle famiglie più in vista nell'ambiente finanziario di Torino, vicina a Carlo De Benedetti, sputtana in modo clamoroso la futura consorte, a cui annuncia di voler fare un dono solenne: «Desidero regalare a Cristina la libertà di amare. Amare una persona, un noto avvocato, a cui tiene chiaramente più che a me». E poi: «Non pensiate che mi faccia piacere fare la figura del cornuto davanti a tutti voi ma Cristina è talmente in gamba nel raccontare le sue verità che non potevo lasciare solo a lei la narrazione del motivo per cui stasera termino la mia convivenza con lei».
Bùm. Il discorsetto viene naturalmente ripreso da decine di telefonini, ma invece che nell'album «felici ricordi» viene archiviato in quello «scandali» e finisce in rete dove diventa virale. Per giorni i quotidiani, quello che state leggendo compreso, analizza la vicenda nei più reconditi aspetti e dedica ai due protagonisti ritratti, commenti, retroscena pruriginosi. Torino diventa Napoli, la collina della resa dei conti il Vesuvio.
Da quel giorno naturalmente la faida si sposta il tribunale, dalla separazione social originano due procedimenti legali.
Il primo, di natura civilistica, vede Segre chiedere il blocco della cifra di 700mila euro che la Seymandi aveva prelevato da un conto cointestato nel marzo del 2022, operazione «che può essere assolutamente giustificata in una dinamica di coppia e nei tanti impegni quotidiani, non risulta più accettabile nel momento in cui è terminata la relazione affettiva». Il secondo è una querela presentata in procura dalla donna contro l'ex fidanzato per violenza privata, che dovrebbe essere ritirata. C'eravamo tanto odiati.
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