Parafrasando una celebre canzone di Giorgio Gaber, il Movimento 5 Stelle perde i pezzi. Ed è colpa sua. A dirlo è il senatore dissidente Ugo Grassi, da tempo in rotta con i pentastellati e dato periodicamente in uscita dal M5S. Ora, però, potrebbe essere la volta buona. Lo fa capire lui stesso in un'intervista ad Adnkronos dove boccia in maniera inequivocabile la proposta del governo, quindi anche del suo partito, per l'istituzione di una Agenzia nazionale per la ricerca.
"È una cosa aberrante - commenta Grassi - che vuol dire assoggettare la ricerca italiana a un controllo politico. È una cosa che io non avrei mai voluto trovare in legge di bilancio, è la negazione di quello che c'eravamo promessi. Allo stato, non voto la manovra", la minaccia di Grassi. Al governo e ai 5 Stelle, che per la prima volta ammette di poter lasciare. "A questo punto - confessa - abbandonare il Movimento diventa per me una legittima difesa".
Grassi, con un passato da direttore del dipartimento di giurisprudenza dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" e da ordinario di diritto civile nello stesso Ateneo, da tempo è in rotta con Luigi Di Maio. I contrasti con il capo politico, legati alla scarsa democrazia e trasparenza dei processi decisionali dentro il M5S, erano sfociati a fine settembre nelle dimissioni dell'ex professore da capogruppo in commissione Affari costituzionali del Senato. E ora l'ipotesi di un addio ai 5S è molto concreta.
"A questo punto - ha attaccato - io vedo che la contraddizione tra ciò che mi era stato prospettato, che era oggettivamente il programma M5S, e ciò che sta accadendo, è diventata così aspra che abbandonare il Movimento diventa legittima difesa". E ancora: "Ho accettato la mia candidatura per contrastare lo strapotere dell'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, ndr). Non ci sono riuscito perché il M5S non si è proprio attivato, anzi ha fatto l'opposto. E non contenti, ne creiamo un'altra, che costa 4 milioni di euro... penso a quante borse di studio potremmo erogare con quei soldi".
Ecco perché l'uscita dal gruppo pentastellato al Senato potrebbe avvenire molto presto. "E di fronte a questo voglio vedere chi mi critica. Se passo alla Lega? Non rispondo a questa domanda", la risposta dell'onorevole grillino, che però fa una mezza ammissione. "Poi uno vede che fare. Per me è un tradimento che non accetto.
Alla presentazione della mia candidatura al Tempio di Adriano - il racconto di Grassi - dissi chiaramente che uno degli obiettivi da perseguire era il ridimensionamento dell'Anvur. Che faccio ora, voto una seconda Anvur? Sono irritato, amareggiato e deluso". Dal Movimento, ça va sans dire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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