Il 59 per cento dei votanti sulla piattaforma Rousseau ha dato ragione a Matteo Salvini: "Sbagliato concedere l'autorizzazione a procedere", l'esito della consultazione sul sito del Movimento 5 Stelle dove gli iscritti, talvolta, possono dire la loro su determinate questioni. Tuttavia, quattro grillini su 10 hanno votato contro il segretario leghista. Proprio a loro si rivolge la senatrice M5S Elena Fattori, che su Facebook ha scritto: "Nel buio cosmo ci sono più stelle di quanto pensassi. Grazie ai 20 mila no, in alto i cuori".
Una presa di posizione che sorprende fino a un certo punto, visto che in passato la senatrice si è espressa più volte contro il ministro dell'Interno accusandolo di "xenofobia". Ma Elena Fattori è nota per la sua autonomia di giudizio che l'ha portata a scontrarsi ripetutamente contro esponenti del suo stesso partito. Non è un caso quindi che l'onorevole grillina abbia puntato il dito contro le modalità di gestione della piattaforma grillina. "L'associazione Rousseau usufruisce di 90 mila euro di soldi 'pubblici', versati dai parlamentari dai loro stipendi, dal mese di marzo 2018. Quindi ha ottenuto circa un milione di euro per implementare la piattaforma. Ad oggi non è dato di avere né una fattura o una ricevuta del versamento né un rendiconto puntuale di come sono stati impiegati questi soldi. Almeno dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Non riesco neanche a connettermi", ha scritto sui social la Fattori prima di chiedere più chiarezza sulla rendicontazione dei soldi versati dai parlamentari grillini per coprire i costi della piattaforma. "Tutti i mesi verso 300 euro e chiedo gentilmente, internamente, una fattura e il rendiconto. Mai ottenuto risposta. Quindi astenersi dal dire "i panni sporchi si lavano in casa" o "questi discorsi fateli internamente" perché "non funziona".
E non è finita qui. In un'intervista a Repubblica, la senatrice romana ha rincarato la dose contro il Movimento. "Non si può ridurre la democrazia diretta a una piattaforma. Tanto meno quella Rousseau, che è solo uno strumento per regolare la vita interna" del partito, l'accusa di Elena Fattori. Che aggiunge: "La democrazia diretta è una cosa seria" come dimostra l'esempio della Svizzera, dove "c'è una proposta di legge per abolire il voto elettronico perchè è ritenuto poco sicuro".
Poi ha spiegato il motivo per cui non è riuscita a votare sull'autorizzazione a procedere per Salvini: "Ho eseguito tutta la procedura, però appena ho votato 'no' il sistema si è disconnesso. E non ho ricevuto l'e-mail di conferma". Per questo, ha concluso, "non sono sicura di essere riuscita a votare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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