Il vicesegretario della Lega e deputato Lorenzo Fontana non ci gira troppo attorno: Draghi deve restare premier, mentre il centrodestra, in funzione del Colle, ha la necessità storica di rimanere compatto.
Salvini ha detto tempo fa che, in caso Draghi traslocasse al Colle, cambierebbe tutto. Vale ancora?
«Sì. Tra l'altro, dopo aver prorogato lo stato di emergenza e dopo aver previsto nuove restrizioni, non sarebbe opportuno che Draghi abbandonasse in questo momento. Un premier non può lasciare un Paese in stato di emergenza. La situazione è delicata. Draghi deve portare avanti il suo lavoro».
Un retroscena ha segnalato un vostro accordo con Letta sul nome di Draghi...
«(Ride, ndr). Ai retroscena crederei poco. Posso dire che noi puntiamo ad un candidato di centrodestra. Chiaro: serve che il centrodestra sia compatto, ma noi siamo convinti che il prossimo presidente della Repubblica debba essere della nostra area. Con la compattezza di tutto lo schieramento abbiamo la maggioranza relativa in Parlamento».
Circola una suggestione: Draghi al Colle, con Di Maio o uno del Pd come premier...
«Perché dovremmo sostenerli? Noi, entrando in questo esecutivo, abbiamo fatto una scelta difficile per tutelare gli interessi del Paese e le istanze degli elettori che rappresentiamo. Governare con il Pd non è naturale per noi. Lo abbiamo fatto per via dell'emergenza e rispondendo all'appello del presidente Sergio Mattarella. Draghi ha un profilo di un certo tipo ma questo schema non si può ripresentare con chiunque».
Quindi, nel caso di «maggioranza Draghi senza Draghi», salutereste tutti?
«A quel punto cambierebbe tutto. Siamo entrati in una compagine innaturale per il premier Mario Draghi e per il momento del Paese. Ma penso che sarebbe difficile anche per le altre forze politiche riuscire a trovare la quadra per un governo senza Draghi».
Ieri c'è stata qualche apertura da parte di due grillini sul nome di Berlusconi. Letta, invece, continua a porre veti...
«Non trovo giusti i veti sulle persone. Trovo giusto il tentativo che Salvini sta facendo: coinvolgere più partiti possibile. Ci interessa conoscere l'opinione dei grillini perché rappresentano il partito di maggioranza relativa in Parlamento e credo sia necessario dialogare. Poi più convergenze ci sono, meglio è. Il centrodestra ha diversi autorevoli nomi, donne e uomini, che possono farcela».
Il nome più plausibile per il centrodestra è quello di Berlusconi...
«Certamente. Lui è una figura autorevole. Se avessimo i voti per procedere in autonomia sarebbe tutto più semplice. Stando così le cose, però, bisognerà attendere le evoluzioni. Sono i veti che non capisco: se una persona è eleggibile, è eleggibile ed è giusto che venga eletta se ha i voti».
Altri retroscena narrano di una volata tirata da Giorgetti a Draghi...
«Non credo.
Giorgetti, come sempre, si sente spesso con Salvini e con tutta la Lega, proprio perché conosciamo la scala delle priorità: ora, con il governo, dobbiamo intervenire per sostenere imprese e famiglie. C'è la crisi energetica, che è una priorità assoluta. Sul Quirinale: ci sentiamo spesso perché dobbiamo essere compatti. Non mi pare che ci siano delle iniziative autonome, anzi».
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