Separazione delle carriere al via. Nordio: "La riforma è blindata"

Con il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità è partita la discussione. E il plenum del Csm boccia subito le modifiche

Separazione delle carriere al via. Nordio: "La riforma è blindata"
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Sorteggio si, sorteggio no. Alla fine Forza Italia innesta la retromarcia e decide di ritirare l'emendamento che avrebbe restituito al parlamento in seduta comune la scelta dei membri laici del Csm. I laici, come i togati, verranno sorteggiati, probabilmente sulla base di un listone preparato dalle Camere. «Il testo è blindato», spiega il ministro della giustizia Carlo Nordio, a Palazzo Chigi per un incontro con il sottosegretario Alfredo Manitovano.

Dunque, meglio evitare incroci pericolosi e correre dritti verso la meta; i dettagli, pure importantissimi, verranno valutati in una futura legge ordinaria. L'imperativo è portare a casa prima possibile una riforma attesa da troppi anni dopo un quarto di secolo di convegni, studi e proposte regolarmente cestinate.

Finalmente, nel pomeriggio si comincia a Montecitorio con il voto, a suo modo storico, sulle pregiudiziali di costituzionalità, quasi un gioco di parole e un paradosso visto che si parla di una riforma costituzionale. Ma finalmente si entra nel vivo e questo nel giorno in cui il plenum del Csm si riunisce e discute per tutto il pomeriggio un parere che boccia in sostanza la nuova norma che sarebbe lontana, lontanissima dalla «giurisprudenza costituzionale».

I togati di tutte le correnti sono contrari all'impianto del disegno di legge che rivede l'architettura dell'ordinamento giudiziario, innalza un muro fra la magistratura requirente e quella giudicante, crea due Csm, porta i procedimenti disciplinari davanti ad un'alta corte, fuori dal perimetro di Palazzo dei Marescialli.

In perfetta sincronia, dunque, il Csm fa sentire la sua voce contraria alle nuove norme che non risolverebbero gli storici problemi della giustizia e aprirebbero altre ferite nel corpo della magistratura. Gli aggettivi che girano fra i big delle componenti dell'Anm sono sempre gli stessi: la riforma è giudicata «inutile, sgangherata, punitiva».

Ma governo e parlamento questa volta sembrano voler andare avanti e forse per la prima volta il cosiddetto partito dei giudici non ha più la forza per porre il veto alla volontà della maggioranza, cui si associano pezzi centristi delle opposizioni.

A far infuriare le toghe che siedono ai piani alti dell'Anm è anche il temuto criterio studiato per arrivare al Csm: appunto il sorteggio, pensato proprio per far saltare quel blocco di potere emerso con la scoperta del cosiddetto metodo Palamara. Il nuovo sistema, introdotto per pm e giudici, si porta dietro per attrazione anche i membri laici e il blitz di Forza Italia viene fermato sull'altare del realismo. In realtà, fra i deputati circolano voci su presunte pressioni del Colle per allineare giudici e membri di estrazione politica. «Abbiamo dovuto in un certo senso ricomporre questa dialettica interna - spiega Nordio, uscendo da Palazzo Chigi - perché il provvedimento deve essere blindato. Eventuali correzioni porterebbero a uno slittamento di quella che per noi è la madre di tutte le riforme e quindi abbiamo raggiunto un accordo: gli emendamenti saranno gestiti in un altro modo». Appunto con una successiva legge ordinaria, anche se ormai il dado è tratto.

I cronisti pensano che il blitz a Palazzo Chigi riguardi l'ingegnere iraniano Mohammad Abedini, ma lui smentisce: «Il meeting era sulla separazione della carriere e non c'entrava niente con la liberazione di Cecilia Sala di cui siamo peraltro esultanti».

La giornata semmai è guastata dal disastroso funzionamento della app che il 1 gennaio ha introdotto il processo telematico. Da mezza Italia arrivano notizie di ritardi, blocchi, proteste.

E in molti tribunali si torna alla carta, appena abolita, almeno fino a fine mese. La Camera, intanto, dà il suo primo sì e proseguirà oggi. Al Csm invece il dibattito è terminato ieri sera col voto: 24 contrari, 4 a favore e un astenuto

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