Onorevole Perego, lei è stato nominato responsabile del dipartimento Difesa di Forza Italia. Cosa rappresenta questa nomina?
«Non solo mi onora ma è un ulteriore stimolo a fare di più per quello che i fatti di questi ultimi mesi dimostrano essere un settore strategico per il Paese».
Come giudica l'aumento del budget militare annunciato dal premier?
«Forza Italia da tempo si muove verso questa direzione. La nostra politica ha una lunga storia iniziata proprio con il compianto Antonio Martino, straordinario ministro della Difesa e appassionato sostenitore dell'Alleanza atlantica».
Il conflitto in Ucraina ha forti ripercussioni nella nostra politica interna e ora non si parla che del «Russiagate».
«Già due anni fa, nel corso di audizioni informali alla Camera dei Deputati, del capo di Stato Maggiore della Difesa Vecciarelli e del Comandante del comando operativo di Vertice Interforza Portolano, osservavo che mi sembrava quantomeno poco opportuna la missione di medici e militari russi nel nostro territorio, sia pur in un momento eccezionale come quello della pandemia di Covid-19».
Si riferisce ai medici russi venuti a studiare i primi malati di Covid?
«Era una missione sicuramente improntata a una nobile causa ma lasciava aperte molte incognite sulla sua opportunità».
I vertici Nato e più in generale i partner occidentali cosa pensarono della missione russa?
«Di sicuro sono rimasti perplessi. Nella loro missione i delegati russi dovevano visitare strutture sanitarie e Rsa. Le varie articolazioni della Difesa incluso il Ministero, misero in allerta Palazzo Chigi sul fatto che era bene controllare i russi e scortarli ed evitare come invece fu richiesto l'accesso ad edifici pubblici. E nondimeno che la loro visita era fonte di imbarazzo e preoccupazione».
E cosa fece Palazzo Chigi?
«Conte preferì non dare corso a questi allarmi. Per fortuna l'intervento della Difesa fu provvidenziali e venne vietato l'accesso ai luoghi sensibili. Però l'episodio rappresenta un segno di inadeguatezza politica del ruolo che Conte si è assunto oltre alla beffadi aver pure speso tre milionii per l'intera missione russa (rimborso carburante aerei e vito alloggio ai militari)».
Conte non doveva tenere per sé la delega ai Servizi segreti?
«Ritengo poco logico che un premier senza esperienza politica tenga per sé la
delega dei Servizi. Forse Conte non si è accorto che quanto stava accadendo rappresentasse quello che nel gergo militare si chiama Stratcom abbinato al soft power, volto ad indebolire le relazioni dell'Italia con l'Occidente».
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