"La sfida è tagliare le tasse al ceto medio. Un milione di posti: il Cav sarebbe fiero"

La premier delinea gli obiettivi per il 2025: ridurre ancora I'Irpef e far lavorare i giovani

"La sfida è tagliare le tasse al ceto medio. Un milione di posti: il Cav sarebbe fiero"
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I primi due anni di governo di Giorgia Meloni hanno prodotto risultati significativi, specialmente in termini di nuova occupazione, ma la premier è consapevole che il lavoro da fare è ancora molto. La prossima sfida è abbassare le tasse al ceto medio, un passo che potrebbe consolidare i progressi fin qui ottenuti.

«Ci siamo concentrati e abbiamo concentrato le poche risorse che avevamo sui redditi più bassi. Dopo di che, sicuramente, va dato un segnale al ceto medio», ha affermato il premier durante la conferenza stampa organizzata dall'Ordine dei giornalisti. «Abbiamo fatto una riforma fiscale il cui obiettivo è tagliare le tasse praticamente a tutti, che ha già cominciato con l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef (quella al 28% è stata portata al 23%, ndr), cercheremo di fare dei passi graduali e sicuramente, risorse permettendo, quest'anno un'attenzione riconoscibile credo che vada al ceto medio», ha proseguito. Questo, quindi, è il vero obiettivo da conseguire nel corso del 2025 che le è già valso il plauso del segretario Cisl, Luigi Sbarra. Il percorso sarà graduale, ma il governo ha ben chiaro il bisogno di offrire un segnale concreto a questa fascia di contribuenti che è un po' la spina dorsale del sistema. Uno dei risultati più significativi è rappresentato dal trend dell'occupazione. «Il governo ha fatto molto, ma sul lavoro non si fa mai abbastanza», ha dichiarato Meloni. I dati recenti mostrano una «disoccupazione che scende ai minimi storici da quando viene registrata la serie, l'occupazione ai massimi dall'unità d'Italia», ha rilevato Meloni. «Ci sono state 883mila nuove assunzioni in questi due anni, ma se considerassimo anche il lavoro determinato arriveremo al milione di posti di lavoro, penso che Silvio Berlusconi possa essere fiero di noi», ha rimarcato, intestandosi l'eredità del Cavaliere in quest'ambito. Il risultato, però, non è stato raggiunto per caso: il governo ha concentrato risorse su salari e assunzioni stabili, promuovendo politiche attive per il lavoro e incentivando la formazione professionale. Un altro tema fondamentale per il governo è quello del lavoro giovanile, in particolare la questione dei Neet (Not in education, employment, or training, cioè «giovani che non studiano, non lavorano né si formano»). Il premier ha sottolineato che la soluzione non risiede soltanto nei contratti di lavoro, ma deve partire dalla formazione. «Abbiamo diversi giovani che non trovano lavoro e moltissimi settori produttivi che non trovano personale», ha dichiarato. Per affrontare il problema la premier ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro guidato dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Questa struttura analizzerà le cause profonde del fenomeno, comprese le implicazioni dei social media, dell'educazione digitale e dell'impatto della pandemia sulla generazione più giovane. «Faccio parte della prima generazione di genitori che cresce figli in un mondo completamente digitale. Dobbiamo attrezzarci per rispondere a queste sfide», ha aggiunto.

Sul fronte industriale, Meloni ha messo in evidenza i passi avanti compiuti per contrastare il calo della produzione. Tra le misure adottate, spicca l'introduzione dell'Ires premiale, un incentivo fiscale legato al mantenimento dei livelli occupazionali. Ecco perché si è detta «soddisfatta, perlomeno sulla carta, dell'accordo raggiunto con Stellantis» che rappresenta un esempio concreto di questa azione. Gli altri temi sui quali si continuerà a lavorare sono «l'hub per l'approvvigionamento energetico d'Europa, la questione dell'economia blu e la tutela del Made in Italy». La strategia industriale del governo include pure la Transizione 5.0, con 12 miliardi di euro del Pnrr destinati a sostenere le aziende e a ridurre il costo dell'energia.

Nonostante i progressi, restano sfide importanti da affrontare. Meloni ha già individuato i due ostacoli principali per gli investimenti.

«C'è la questione della giustizia e un problema di burocrazia, che è una delle grandi questioni che bisogna affrontare adesso», ha precisato aggiungendo che «quello che il governo può e deve fare è creare un contesto il più possibile favorevole per le aziende». L'esecutivo, infine, punta a migliorare ulteriormente la posizione dell'Italia come quarto Paese esportatore al mondo, sfruttando la ritrovata stabilità politica e l'eccellenza delle aziende italiane.

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