Sfregio alla foiba, Mattarella: "La storia non torna indietro". Meloni: "Oltraggio"

Scritte in lingua slava a Basovizza alla vigilia del Giorno del ricordo. "Trieste è un pozzo"

Sfregio alla foiba, Mattarella: "La storia non torna indietro". Meloni: "Oltraggio"
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«Nulla può far tornare indietro la Storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme». Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato per stigmatizzare l'ennesimo atto di vandalismo contro il monumento di Basovizza che ricorda le vittime delle Foibe. A 48 ore dalla data che ogni anno celebra il ricordo delle vittime delle Foibe e l'esodo giuliano dalmata (10 febbraio) vandali sono entrati in azione per coprire di scritte con vernice rossa il monumento di Basovizza, luogo simbolo della nostra memoria collettiva. Le scritte sono apparse nella notte tra venerdì e sabato e sono state rinvenute all'alba da alcuni addetti giunti alla foiba per iniziare l'allestimento dei palchi per la cerimonia solenne in programma domani. Due scritte sono in lingua slovena, una («È un pozzo») in italiano. Una di queste riporta, tradotta, la frase «Morte al fascismo libertà al popolo» («Smrt Fasizmu Svoboda Norodom»). Segue anche un numero, «161». Sull'episodio sta indagando la Digos. Una squadra di operai ha provato a rimuovere la vernice rossa con l'idropulitrice. Non riuscendo nell'intento si procederà ora con la tinteggiatura. D'altronde il piazzale ha fatto da cornice a una serie di eventi organizzati proprio per celebrare la giornata del ricordo. Tra i primi a visitare il luogo dell'oltraggio la sottosegretaria all'Istruzione Paola Frassinetti che proprio ieri aveva in programma di fare da guida ad alcune scolaresche.

«Il negazionismo ammazza due volte quelle persone - commenta la parlamentare di Fratelli d'Italia -. Già sono state ammazzate una volta, negarne la tragicità e non ricercare una condivisione, è come ammazzarle due volte». «Quando avevo la vostra età - aggiunge rivolgendosi ai ragazzi - delle foibe nessuno parlava, non c'era una riga sui libri. Hanno preso una tragedia e l'hanno nascosta per un sacco di anni. I libri dicevano che la foiba è una cavità carsica, dandone una spiegazione morfologica orografica. Nessun riferimento agli infoibati. Purtroppo una vicenda cosi tragica che dovrebbe essere condivisa nella memoria di tutti gli italiani invece vede ancora chi fa dei distinguo, chi mette in atto delle ricostruzioni ideologiche e faziose fino ad arrivare all'estremo di questo fenomeno che si concretizza nelle scritte offensive che abbiamo visto stamattina».

Duro il commento di Giorgia Meloni: «La foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito». Intanto Roma si prepara a celebrare nel giusto modo la giornata del ricordo. Domani le bandiere del Senato saranno a mezz'asta in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata. Dal tramonto, poi, la facciata di Palazzo Madama sarà illuminata con il Tricolore. Tutto il mondo della politica ha accolto con indignazione l'atto vandalico. Dal presidente della Camera Lorenzo Fontana («Proprio nell'imminenza del Giorno del Ricordo, questo gesto è un oltraggio alla sofferenza di chi ha vissuto quel dramma») a quello del Senato, Ignazio La Russa («il vile sfregio alla Foiba di Basovizza è un atto inaccettabile»). «Oltraggiare la memoria dei caduti delle Foibe - scrive sui social il minstro degli Esteri Antonio Tajani - significa continuare a perseguitare chi è stato brutalmente ucciso, solo perché era italiano». Un gesto, commenta il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che oltraggia anche «i valori di rispetto, memoria e unità che il Giorno del Ricordo intende preservare».

E il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ammonisce: «Le istituzioni devono alzare una barriera di dignità, ricordando quella verità storica sui drammi, per troppi anni dimenticati, che i popoli di queste terre hanno vissuto».

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