Sgarbi abbandona Domenica Live in silenzio: "Anche gli insulti occorre meritarseli"

Il critico d'arte non ritiene i Cinquestelle degni neppure di un insulto

Sgarbi abbandona Domenica Live in silenzio: "Anche gli insulti occorre meritarseli"

"Adesso che è stato depenalizzato l'insulto non vale nemmeno più la pena di usarlo". Sgarbi spiega così il silenzioso abbandono dal programma Domenica Live mentre si discuteva delle presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Quarto, guidato dai grillini.

Il critico d'arte ha deciso di andarsene dopo aver sentito per un'ora "insensatezze sulla presunta diversità dei 5 Stelle, movimento di cui non si conosce un pensiero, un'idea, e che pensa di disporre degli eletti come fossero «cosa loro», come ha giustamente osservato il sindaco di Gela". Sgarbi, poi, demolisce Quarto definendolo "un paese di cui nessuno, fino a ieri, conosceva l'esistenza, e in cui si manifestano, per ciò che riguarda i rapporti tra i cittadini e i politici, gli stessi fenomeni di qualunque altro luogo d'Italia" . Entrando nel merito della questione il noto critico spiega: "Non ci sono due posizioni: ce n'è una, ed è quella dettata dalla Costituzione (la presunzione d'innocenza), non certo quella delle intimidazioni dei Saviano e dei Grillo, ben più prepotenti della mafia e della camorra, delle quali occorre dire che, chi ha diritto al voto non può essere suo esponente. Quindi nessun voto camorrista, se non presunto. Quando la magistratura, con una sentenza, lo riterrà tale, il camorrista non potrà votare".

E infine la stoccata finale sui Cinquestelle:"non esistono se non per indicare la qualità degli alberghi. Così me ne sono andato in silenzio e senza insultare. Anche gli insulti - conclude Sgarbi - occorre meritarseli"

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