Le parole di Umberto Bossi arrivano ancora una volta come un fulmine a ciel sereno. Il fondatore della Lega alle europee potrebbe votare per Marco Reguzzoni e quindi per Forza Italia, che ha ospitato da indipendente nelle sue liste l'ex capogruppo alla Camera del Carroccio.
A riferire le sue intenzioni è stato Paolo Grimoldi, ex deputato ed ex segretario della Lega lombarda, da tempo critico con la linea di Matteo Salvini: «Mi ha chiamato l'autista di Bossi e me lo ha passato: Voterò Reguzzoni, fai sapere a tutti che io voto Forza Italia e Reguzzoni mi ha detto Bossi. Aveva la voce arrabbiata» ha raccontato Grimoldi, sottolineando anche che al Senatùr «non piace assolutamente» il generale Roberto Vannacci. Reguzzoni, prima tessera della Lega a 16 anni, federalista e bossiano della prima ora, ha accettato la corte di Forza Italia, portata avanti in primis dal coordinatore lombardo Alessandro Sorte, dopo una lunga assenza dalla politica. Pur non tirando al piccione su Salvini, più volte in campagna elettorale ha ribadito: «Io non ho mai tradito il Nord». Negli ultimi giorni si è fatto fotografare anche a Legnano, sotto la statua di Alberto da Giussano, simbolo da 40 anni del Carroccio. Gli azzurri, a microfoni spenti, gongolano, scherzano sulla «Padania libera» e assicurano di non essere sorpresi mentre leggono le agenzie che riportano la presunta telefonata tra Grimoldi e Bossi. D'altronde la competizione tra Forza Italia e Lega è stata senza esclusioni di colpi, soprattutto negli ultimi giorni di campagna elettorale, con gli azzurri che bramano il sorpasso e il Carroccio che non vuole diventare il fanalino della coalizione. Non solo. Le pesanti manovre di allargamento del partito messe in atto da Antonio Tajani hanno coinvolto molti ex leghisti, ora riuniti nel comitato interno «Forza Nord». Anche lo stesso Bossi aveva rovinato lo scorso aprile la festa per i 40 anni della Lega lombarda, cannoneggiando da Gemonio contro la leadership di Salvini. «Non ho mai commentato in vent'anni le dichiarazioni di Bossi e non intendo farlo ora. Se mi dà il suo voto, per me è una soddisfazione tale che dimostra la mia coerenza e vale da sola la campagna elettorale» ha affermato Reguzzoni, cercando di non mettere il dito nella piaga, ma insistendo sul concetto di coerenza. Mentre Grimoldi ha fatto sapere che seguirà le indicazioni di Bossi: «A questo punto anche io faccio quello che dice il fondatore della Lega. Se la Lega non fa la Lega è normale che poi si vota qualcun altro» ha spiegato Grimoldi, tra i promotori del Comitato Nord, la corrente che si rifaceva al Senatùr che ha creato qualche grattacapo alla Lega durante la campagna elettorale delle scorse elezioni regionali in Lombardia. Anche se i bossiani, molti dei quali ormai lontani dai riflettori, vengono accusati dall'interno di criticare solo ora che non c'è più la «cadrèga» e di tirare per la giacchetta il capo.
«La Milano-Meda, superstrada da 50 anni gratuita - argomenta però Grimoldi - diventerà a pagamento. Spendiamo 14 miliardi per il Ponte sullo Stretto, spenderne 13 e fare la Milano-Meda senza casello no? E menomale che la Lega era il sindacato del territorio».
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