Nebbia fitta sul nome che possa mettere d'accordo tutti o quasi tutti, il borsino quirinalizio segna quotazioni in leggera ascesa o in discesa dei candidati (veri o presunti tali), ma nessuna grande novità perché gli schieramenti stanno iniziando a trattare solo adesso. Il candidato che avrebbe più consenso di tutti è l'unico che non ha intenzione di farlo, cioè Sergio Mattarella. Il presidente ha fatto capire in tutti i modi (anche trasferendosi fisicamente a Palermo) che non vuole un bis, ma una sua riconferma è l'unica che garantirebbe lo status quo anche a Palazzo Chigi ed è infatti quella auspicata non solo da molti leader ma anche da Bruxelles. Infatti il borsino dell'attuale capo dello Stato è in salita (suo malgrado). L'altro candidato forte in pista è ovviamente Mario Draghi, ma il suo trasloco al Quirinale richiede un accordo politico tra i partiti per nulla scontato visto che rimetterebbe in gioco tutto il governo. Le sue quotazioni sono sempre elevate ma la strada del premier verso il Colle è molto più tortuosa del previsto, molti (soprattutto centrodestra e M5s) vogliono che resti dov'è. Per questo si stanno sondando strade alternative, anche se la girandola è ferma sempre sugli stessi nomi, finché i partiti non usciranno dallo stallo in cui si trovano.
Il nome che è circolato di più nelle ultime ore è quello di Elisabetta Belloni, diplomatica con una carriera prestigiosa alla Farnesina, nominata da Draghi a capo dei servizi segreti (il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), prima donna in Italia a guidare l'intelligence. Candidatura autorevole che però pone diversi problemi. Primo, come ricorda il renziano Giachetti, l'unico precedente di un capo dei servizi segreti che diventa capo di Stato va cercato in un Unione Sovietica, quando il capo del Kgb Jurij Andropov divenne leader dell'Urss. Secondo, la Belloni è un tecnico, con un altro tecnico a Palazzo Chigi sarebbe la resa della politica.
L'altro nome, arrivato dal Pd ma non sgradito tra i grillini (terrorizzati dal voto e quindi dal trasloco di Draghi) è quello dell'ex ministro montiano Andrea Riccardi, cattolico, fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Il Pd lo vuole preservare come «profilo ideale» per il quarto scrutinio, ma l'impressione generale è che Riccardi sia un candidato solo per le fasi interlocutorie (ma lui nel frattempo ha cambiato l'immagino su Facebook mettendone una vicino ad Angela Merkel, la fede non gli manca). In leggero calo le quotazioni di Pierferdinando Casini, un uomo per tutte le stagioni e le votazioni, con un passato nel centrodestra e un presente nel centrosinistra, da ex Dc ha le carte in regola per mettere d'accordo tutti. I bookmaker internazionali però lo danno dietro, nelle probabilità, rispetto agli altri candidati in campo, a pari merito con Giuliano Amato, vicepresidente della Corte costituzionale ed eterna riserva della Repubblica. Meno quotato, sempre per le probabilità, il commissario europeo ed ex premier Paolo Gentiloni, considerato troppo espressione di partito (il Pd). Stabili le quotazioni della presidente del Senato Elisabetta Casellati e della ministra della Giustizia Marta Cartabia, nome scelto da Calenda (Azione) e Emma Bonino (+Europa) come candidato ufficiale per ritagliarsi uno spazio in questa fase («Una persona competente in un settore dei più disastrati come la malagiustizia. E in più è anche donna» dice la Bonino della ministra). Il nome della Cartabia circola anche per la casella di premier nell'ipotesi che Draghi arrivi al Colle. Difficile possa essere più di un candidato di bandiera per Fdi l'ex magistrato Carlo Nordio.
Matteo Salvini, che ha incontrato Draghi, Letta e Conte e Draghi, annuncia però delle novità nelle prossime ore, quando «il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale». Ma i rumors nella Lega dicono sia «una finta», Salvini starebbe convergendo su Draghi al Colle.
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