Si sgancia cabina della funivia. Panico per 30 turisti a Cortina

Il problema risolto in 4 ore con le persone sospese in aria. Il freno di emergenza ha evitato un secondo caso Mottarone

Si sgancia cabina della funivia. Panico per 30 turisti a Cortina
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Momenti di panico, domenica pomeriggio, a bordo della funivia «Freccia del Cielo» sulla Tofana di Mezzo, a Cortina d'Ampezzo, per una trentina di turisti rimasti sospesi nel vuoto dopo che la cabina, sganciatasi violentemente dalla stazione di Ra Valles, ha iniziato a dondolare dando l'impressione di un'imminente caduta nel vuoto. I passeggeri, per la maggioranza stranieri, hanno vissuti minuti di autentica angoscia: c'era chi urlava, chi piangeva, chi chiamava i familiari per spiegargli cosa stava accadendo temendo il peggio. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito, dopo quattro ore il problema è stato risolto e gli escursionisti sono stati riaccompagnati salvi e salvi, anche se molto spaventati, nel piazzale a valle. Il tutto è stato reso ancora più spaventoso dal temporale in arrivo, dal cielo plumbeo, dai lampi che si intravedevano all'orizzonte e dal rumore dei tuoni.

È proprio a causa del maltempo che verso le 16 il gruppo di escursionisti, dopo una gita in quota, aveva deciso di tornare a valle salendo sull'impianto diretto alla stazione intermedia della funivia. Il problema si è verificato subito dopo essere saliti a bordo. A causa di un problema elettrico la funivia si è sganciata improvvisamente ed è scivolata verso il basso. Per fortuna, al contrario di quanto accaduto alla funivia del Mottarrone dove sono morte quattordici persone, il freno di emergenza è subito entrato in azione e ha bloccato la cabina, anche se questo ha provocato una violenta oscillazione della cabina.

Per due volte i passeggeri hanno avuto la sensazione di precipitare nel vuoto, la stessa che si ha in aereo in presenza di forti vuoti d'aria. A bordo si è scatenato il panico, con vere e proprie scene di isteria di chi ha creduto di essere in procinto di precipitare mentre la cabina oscillava e non si capiva cosa stesse accadendo. Per fortuna il manovratore era presente all'interno della cabina e ha rassicurato i turisti dicendo che il secondo motore dell'impianto era operativo. I turisti sono stati fatti scendere in attesa che i tecnici risolvessero il problema, mentre il maltempo concedeva una tregua. Ci sono volute circa quattro ore di lavoro e solo verso le 20 i passeggeri sono tornati alla stazione di partenza della Freccia del Cielo, ripagati per la brutta avventura da un pranzo riparatorio offerto dalla società Tofane, che non ha ancora fornito alcuna risposta ufficiale sulle cause dell'accaduto. All'origine della disavventura ci sarebbe stato un guasto elettrico provocato da un fulmine, ma il dispositivo di emergenza di cui è dotato l'impianto è entrato in azione ovviando l'inconveniente.

Diversamente da quanto accaduto al Mottarone il 23 maggio del 2021. Quel giorno la fune traente dell'impianto si spezzò e non entrò in funzione il sistema di emergenza che avrebbe dovuto determinare il blocco immediato della cabina, che precipitò nel vuoto provocando una strage.

Pochi giorni fa il giudice dell'udienza preliminare di Verbania ha «smontato» l'impianto accusatorio della Procura, chiedendo di modificare i capi di imputazione delle otto persone indagate. Una decisione che potrebbe alleggerire la loro posizione, escludendo alcune aggravanti. L'udienza è slittata a settembre.

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