"Siamo Qui!": i giovani tesserati del Pd ora bussano alla porta di Letta

Il messaggio ai dirigenti: "Possiamo parlare con tutti. Ma chi è militante ha la tessera del partito"

"Siamo Qui!": i giovani tesserati del Pd ora bussano alla porta di Letta

C’è chi dice no. La canzone di Vasco Rossi si adatta bene a ciò che sta fermentando nella base del Partito democratico dopo gli ultimi eventi. Tu, lettore del Giornale, ti starai chiedendo perché c’interessiamo a un partito che non votiamo e al quale non vorremmo fosse affidato il governo del Paese. Perché il Pd è un partito importante della politica italiana, perché rappresenta la parte maggioritaria della sinistra e perché le sue ultime convulsioni hanno lasciato spazio a pericolose derive anti-politiche. Derive anti-politiche che finora hanno avuto il loro laboratorio in un “santuario” della sinistra, l’Emilia Romagna. Lo scorso 6 marzo alcune Sardine tra cui Mattia Santori, Jasmine Cristallo e Lorenzo Donnoli si sono presentate con sacchi a pelo e tende per “occupare” la sede nazionale del Pd a Roma. Sono stati accolti a braccia aperte dalla presidente del partito Valentina Cuppi, che li ha fatti entrare e ha avuto con loro un colloquio di circa 4 ore.

Che volevano le Sardine? Una cosa da nulla: solo imporre la linea al Pd e chiedere al segretario dimissionario Nicola Zingaretti di proseguire la sua battaglia anche fuori dal partito. Piccolo particolare: nessuna delle Sardine che hanno “occupato” la sede del Pd è iscritta al Pd. Né ha la minima intenzione di farlo, come dichiarato da Santori il 9 marzo a laRepubblica. Non solo. Per il portavoce delle Sardine “in questo momento il Pd ha un marchio tossico”. Per Lorenzo Donnoli, un’altra Sardina, “il Pd è un pantano incredibile”. Per Jasmine Cristallo le Sardine diventano salmoni perché “abbiamo capito che il Pd è un partito di correnti”. Per Adriano Dossi “ha detto bene Zingaretti: che vergogna!”. Cioè, voi invitate qualcuno che nemmeno conoscete bene a casa vostra per un caffè, lo fate salire, lo ospitate e quello, una volta tornato in strada, dice che il vostro caffè fa schifo, i mobili sono orrendi, i parati anti-estetici e voi come padroni di casa siete a dimenticare! Questo è accaduto, e infatti la presidente del Pd Valentina Cuppi si è accorta della singolarità della cosa e, un paio di giorni dopo averle accolte con il tappeto rosso, si è incavolata con le Sardine. Intanto nel Pd qualcosa si muove. Circa 250 giovani della base del partito (riunitisi su internet venerdì scorso) hanno inviato un documento ai parlamentari e ai dirigenti nazionali intitolato “Siamo Qui!”. Chiedono un rinnovo della classe dirigente, nuove forme di comunicazione e soprattutto spazio ai territori. Cioè a chi si smazza il “lavoro sporco”, duro, faticato, nelle sezioni, nei circoli, nei consigli comunali e così via.

E al massimo finisce sui quotidiani locali. Uno dei passaggi di questo documento recita “Siamo semplici militanti che ogni giorno fanno la loro piccolissima parte”. Tra loro i lombardi Mattia Salvioni, Gino del Boca, Federico Dusi e Manuel Tropenscovino. Hanno tutti sui 25 anni e i loro nomi non vi dicono nulla, proprio perché sono quei militanti oscuri che lavorano sul territorio, mentre c’è chi si fa la foto a uso e consumo del mainstream sotto il ritratto di Enrico Berlinguer. Questi militanti che hanno promosso “Siamo Qui!” precisano: “Parliamo con tutti anche fuori dal Pd, Sardine comprese. Ma siamo e restiamo militanti e tesserati del Pd”. Il documento è arrivato anche alla presidente del partito, la Cuppi. Che avrà guardato le firme in calce e, letto il nome di Mattia Salvioni, avrà capito una volta di più di aver fatto salire nella sede romana del partito il Mattia sbagliato. Questo “Siamo Qui!” suona come un post it, un promemoria per il nuovo segretario Enrico Letta. A ribadire una verità elementare ma dimenticata in tempi di ubriacatura anti-politica, di “uno vale uno” e della più sfrenata demagogia anti-partitica: un partito è una comunità di militanti, cioè di iscritti a quel partito, cioè di persone che condividono i valori di fondo di quel partito.

Un bagliore di coerenza e di raziocinio in un Pd ancora preda di convulsioni e di derive. E che qualche giorno fa si è fatto dettare la linea dalla prima sardina di passaggio. Che guarda con disgusto (sic!) alle tessere di partito.

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