In Sicilia un paese in piazza contro il centro di accoglienza di migranti

A Siculiana i cittadini hanno protestato contro i continui arrivi di migranti all'interno di un centro di accoglienza da dove, nei giorni scorsi, alcuni ospiti sono riusciti anche a scappare

In Sicilia un paese in piazza contro il centro di accoglienza di migranti

Fino ai primi giorni di aprile Siculiana era uno dei tanti comuni italiani che affrontava, tra mille difficoltà, il periodo di chiusura forzata per via della minaccia legata all’emergenza Covid. Poi però, il quadro è cambiato: all’interno dell’ex hotel Villa Sikania, è giunto un primo gruppo di migranti sbarcati nei giorni precedenti a Lampedusa.

La struttura in questione si trova proprio all’ingresso del piccolo paese non lontano da Agrigento, a pochi passi insistono diverse abitazioni e l’arrivo di nuovi ospiti nell’ex albergo ha iniziato da subito a destare polemiche e perplessità. Di fatto, Siculiana si è ritrovata ad affrontare improvvisamente due emergenze: quella sanitaria e quella migratoria.

E per i suoi cittadini, tutto ciò ha voluto significare anche un deciso passo indietro: il Villa Sikania infatti è rimasto funzionante come centro di accoglienza dal 2014 fino allo scorso ottobre, generando sempre preoccupazioni e proteste. La repentina riapertura in piena emergenza coronavirus, è stata vissuta dalla comunità come un segno di un ritorno ai giorni in cui l’emergenza migratoria ha segnato profondamente la vita di Siculiana.

Nonostante le prime proteste e nonostante l’arrivo, agli inizi di maggio, della nave della quarantena in rada a Porto Empedocle, altri migranti sono stati trasferiti dentro l’ex Villa Sikania. E questo ha generato ulteriore insofferenza, specialmente perché dalle loro case molti cittadini hanno notato che nella struttura difficilmente si riuscivano a far rispettare le norme di distanziamento sociale anti coronavirus. In alcuni video, è stato anche notato che i migranti giocavano tranquillamente a pallone in un cortile dell’ex albergo: “Perché mio figlio non può uscire di casa e lì giocano a calcio?”, commentava in quei giorni sui social una cittadina residente a pochi passi dalla struttura.

La situazione è diventata più tesa quando dall’hotel sono iniziate le fughe. Giovedì scorso, alcuni tunisini si sono allontanati dal Villa Sikania ed uno di loro è anche entrato in un giardino di un’abitazione, generando paura tra gli abitanti. Questo venerdì la gente ha deciso di scendere in piazza e chiedere ancora una volta la chiusura della struttura. Lo stesso sindaco Leonardo Lauricella ha chiamato a raccolta i cittadini, promettendo in tempi brevi un rapido confronto con le istituzioni per portare allo stop dei trasferimenti di migranti all’interno del Villa Sikania.

Molte persone hanno espresso la propria insofferenza, acuita nelle ultime settimane per via delle difficoltà legate all’emergenza coronavirus. In tanti hanno sottolineato che in un periodo del genere, quando fino a poche settimane fa era impossibile anche uscire di casa per tutelare la salute, vivere con la paura di fughe dal Villa Sikania e di arrivi di persone non controllate ha generato timori e paure.

La manifestazione ha visto la partecipazione di diversi cittadini, tutti muniti di mascherine per come gli organizzatori avevano chiesto. In tanti hanno provato a capire i tempi per vedere la struttura nuovamente con i cancelli sbarrati, ma al momento sembra difficile avere certezze in merito.

Il trend di questi giorni, che ha testimoniato ulteriori impennate negli sbarchi, non lascia certo ben sperare visto che in Sicilia soprattutto servono sempre più strutture di accoglienza.

La manifestazione odierna, ha svelato tuttavia un ulteriore segno dell’insofferenza di molti cittadini, costretti improvvisamente a vivere nello stesso periodo ben due distinte ma non distanti emergenze.

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