Sicilia, paradosso grillino: più eletti che candidati

Al Senato potrebbero rimanere seggi non assegnati Ma c'è già chi parla di «ripescaggi» da altre Regioni

Sicilia, paradosso grillino: più eletti che candidati

Più seggi che candidati. Succede anche questo nella Sicilia grillina, dove il Movimento 5 Stelle si aggiudica tutti e 28 i collegi uninominali ed elegge 53 parlamentari in tutto. Un «cappotto» che ricorda molto da vicino il 61 a 0 ottenuto dal centrodestra alle Politiche del 2001. Sono sette gli eletti pentastellati al proporzionale che hanno trionfato anche nei collegi. E in più di un caso, nei listini, che possono comprendere al massimo quattro nomi, non ci sono abbastanza candidati pronti a subentrare a chi rinuncia.

Un grattacapo non di poco conto, specie nella Sicilia orientale. A Est dell'isola, il seggio scatta per tutti e quattro i candidati dei 5 Stelle al proporzionale del Senato. Peccato che in seconda posizione nel listino ci sia Nunzia Catalfo, che vince nel collegio senatoriale di Catania e non ha riserve pronte a subentrarle. Una situazione parecchio ingarbugliata, che rischia di lasciare i grillini, e la Sicilia, a corto di un senatore.

Per quanto riguarda la Camera, sono sei in tutto gli eletti al proporzionale che hanno trionfato anche all'uninominale. E i candidati nei listini non bastano a coprire i seggi. Nella circoscrizione che comprende Messina ed Enna, i 5 Stelle conquistano tre seggi. Due di questi vanno ad Alessio Villarosa e a Francesco D'Uva, che però trionfano anche all'uninominale a Barcellona Pozzo di Gotto e nella città dello Stretto. Rimane soltanto un candidato non eletto nel listino proporzionale, Antonella Papiro, a fronte di due rinunce. Dalle parti di Catania, Siracusa e Ragusa, quattro donne, Giulia Grillo, Simona Suriano, Maria Lucia Lorefice e Maria Marzana, hanno stracciato gli avversari nei rispettivi collegi uninominali. Sono state tutte elette nella quota proporzionale. Dovranno optare per l'uninominale, e anche nel loro caso i candidati pronti a beneficiare della loro rinuncia sono meno dei seggi a disposizione.

L'eccesso di eletti a Montecitorio non dovrebbe rappresentare un problema. Per quanto riguarda i seggi in più alla Camera, «sembra che la legge preveda che siano riattribuiti su base nazionale in altri collegi», dice all'AdnKronos l'eurodeputato palermitano Ignazio Corrao. Al Senato, la situazione potrebbe essere più complessa. A Palazzo Madama, infatti, «i seggi sono attribuiti su base regionale e noi abbiamo eletto tutti i nostri candidati», dice ancora Corrao. Eccolo il problema. La Costituzione dispone che il Senato venga eletto su base regionale. Recuperare il senatore «in eccesso» in un'altra zona della Sicilia è impossibile. I grillini hanno fatto il pieno, eleggendo tutti i candidati nei listini sia nella circoscrizione orientale che in quella occidentale.

La soluzione preferita sarebbe fare come alla Camera, attribuendo un seggio in più al Movimento fuori dall'isola. Un esito improbabile, dato che l'aula di Palazzo Madama deve rappresentare le Regioni. «Sarà il Senato stesso a decidere cosa fare», spiega il professor Felice Giuffrè, che insegna Diritto costituzionale all'Università di Catania.

Assegnare il seggio fuori dalla Sicilia violerebbe la Carta, ma attribuirlo sull'isola a un'altra forza politica sarebbe pure peggio: «L'alterazione della rappresentanza sarebbe doppia: Non soltanto si darebbero ai 5 stelle meno seggi, ma ne finirebbe uno in più ad un partito di schieramento opposto», aggiunge il professor Giuffrè. La cosa più giusta, allora, sarebbe «lasciare il seggio vacante».

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