Il silenzio elettorale al tempo dei social ha ancora un valore? Formalmente no. Infatti la legge che disciplina la materia è del 1956 (con integrazioni del 1975) e, in particolare, stabilisce che: "Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda". Nel 1985 il legislatore diede regole anche in merito alla comunicazione radiotelevisiva. Poi arrriva internet e i social network. Ma la norma non viene aggiornata. Così chi usa i social media può fare campagna anche nei giorni di silenzio elettorale.
Ed è il caso di Matteo Salvini che su Facebook ha scritto: "ltri 4.243 clandestini in arrivo in Italia. Altri morti, altri scafisti soddisfatti, altri milioni per le cooperative. Chi non vota domani è complice dell’invasione in corso". E non è da meno Vincenzo De Luca: "Abbiamo bisogno di una mobilitazione straordinaria.
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