Sindaci, Regioni e consumatori: scoppia la rabbia degli esclusi

Il sindaco Sala: la nostra partecipazione è fondamentale. E Zaia gli fa eco: "I governatori andavano coinvolti"

Sindaci, Regioni e consumatori: scoppia la rabbia degli esclusi

La rabbia degli esclusi si fa sentire all'apertura degli Stati generali voluti dal premier Giuseppe Conte. La kermesse si porta in dote una polemica che parte da chi, come il sindaco di Milano Giuseppe Sala (nel tondo) e il governatore veneto Luca Zaia, rimarca come il premier si sia dimenticato proprio di chi presidia il territorio nel riflettere sulle prospettive del Paese.

Sala aveva sparato già alla vigilia. «Non sono invitato e non ambisco a farne parte», aveva sibilato ai microfoni di Radio Rai, per poi affondare i colpi sul governo che ripensa il futuro dell'Italia omettendo di coinvolgere chi di quel Paese governa i territori. E ieri Sala è tornato sul tema, ammorbidendo ma non troppo la sua posizione con un post su Facebook. «Sospendiamo il giudizio sulla loro utilità o meno, lo vedremo a lavori completati», attacca il primo cittadino, spiegando che saremmo di fronte a un «brainstorming infruttuoso» a meno che Conte «abbia una piattaforma ben definita da sottoporre alla critica dei partecipanti». Poi riecco la polemica del giorno prima: «La partecipazione dei sindaci è fondamentale. Vivono il territorio e spesso hanno più esperienza di tanti ministri. Non è polemica ma realtà», insiste Sala, chiamandosi fuori dalla kermesse ma puntualizzando: «Mi sentirei ben rappresentato dal presidente dell'Anci (il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ndr). Questo perché il punto non è il portare gli interessi di Milano a quel tavolo (per quello ci penso io, in ogni occasione), ma l'esperienza dei sindaci su infrastrutture, ambiente, politiche sociali, eccetera».

Zaia, dal canto suo, parte all'attacco della kermesse di Conte con un'intervista al Corriere della Sera, ironizzando sui risultati degli Stati generali: Vuol dire che da lunedì avremo, punto per punto, tutte le misure per la ripresa dopo il Covid. Il presidente della Regione Veneto sostiene di rispettare» quanti prendono parte al meeting romano, ma anche lui come Sala non nasconde la delusione per la scelta del parterre: «Forse le Regioni avrebbero potuto essere coinvolte», osserva, deducendone poi, anche se «con rispetto», che «questo è un governo centralista». In conferenza stampa, poi, ieri Zaia riserva una frecciata ai lavori in corso a Roma, mostrandosi scettico sull'utilità dell'incontro romano e rimarcando come sia necessario «passare alla parte operativa. La mira l'abbiamo presa da un pezzo, ora bisogna prendere il bersaglio: far ripartire l'economia».

A lamentarsi per il mancato invito sono anche le associazioni dei consumatori. «Il premier non ha ancora capito che la ripresa passa dalla tutela del consumatore, dal suo coinvolgimento nelle scelte future», ringhia Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, reclamando tra l'altro «tassi agevolati e una riduzione della pressione fiscale», e lamentandosi per la «mancata previsione di uno slittamento per le rate di mutui e prestiti».

Critico per il mancato coinvolgimento di consumatori e onlus anche il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che invita il governo a vigilare affinché «i soldi stanziati dall'Europa per la ripartenza dell'Italia non finiscano nelle mani della mafia».

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