Si potrebbe dire che, in qualità di ex giocatore di basket, il sindaco di Avellino ha piazzato una «bomba da tre». Uno di quei tiri che nelle partite di pallacanestro, all'ultimo secondo, possono ribaltare il risultato. Peccato che alla fine della fin troppo allegra «partita» giocata sabato notte nel centro storico della città, ad essere «ribaltato» è stato proprio lui: il primo cittadino, Gianluca Festa.
Indifendibile il suo comportamento, tanto che a meno di 24 ore dai cori dello scandalo, dal palazzo della politica si è levato un altro ritornello: «Dimissioni! Dimissioni!». Festa così ha smesso improvvisamente di saltellare con i giovani contro il governatore anti-movida (il «lanciafiammista» Vincenzo De Luca) e si è attapirato. «È stata solo goliardia», ha tentato di ridimensionare l'accaduto. Ieri, ad Avellino, erano in tanti a chiedersi: «Ma il sindaco è asciuto pazz?». In effetti a cliccare il video che impazza sui social ci sarebbe da non credere ai propri occhi: il sindaco, a tarda sera, che si avvicina a un centinaio di ragazzotti assembrati e (s)mascherati, partecipando ai cori di scherno contro i rivali di Salerno («Noi non siamo sa-ler-ni-ta-ni!») e il presidente della Regione Campania, De Luca.
Festa all'indomani della «goliardata» (in realtà un gesto di autentica incoscienza umana e istituzionale) ha cercato di giustificarsi su Facebook, peggiorando però la situazione: «C'è chi i giovani li attacca e demonizza. E non mi sembra abbia ottenuto risultati. Io con i giovani sono a mio agio, da sempre. Per questo ieri sera ho deciso di fare un sopralluogo nell'isola pedonale, per assicurarmi che anche la ripresa della movida fosse nel pieno rispetto delle regole. Devo dire che ho trovato un clima tranquillo e allegro. Mi sono soffermato a salutare molti giovani che ho incontrato lungo il mio percorso, entusiasti per la ritrovata libertà».
E i cori di dileggio in stile stadio? E l'assembramento? E l'assenza di mascherine?
Festa preferisce parlare d'altro: «A qualcuno dà fastidio che io sia a contatto con la mia gente? Qualcuno mi preferirebbe dietro a una scrivania a firmare norme restrittive? Io sono il sindaco degli avellinesi. E dove c'è la vita di Avellino ci sono io. Guardate altrove, qui ci sono io a tenere tutto sotto controllo». Ma, a giudicare dal filmato della vergogna, Festa non è che sia molto capace di «tenere tutto sotto controllo». Anzi, parrebbe esattamente il contrario.
Ieri sera sia il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, sia Pietro De Luca (deputato Pd, «figlio d'arte» del presidente) hanno definito l'episodio di Avellino «Irresponsabile ed estremamente pericoloso», chiedendo alle «autorità competenti» di «sanzionare e censurare questo comportamento inaccettabile».
Ma lui, il governatore imitato da Crozza
(quando non è De Luca che imita Crozza) come l'ha presa? Dal suo entourage si limitano a dire: «Ha caricato il lanciafiamme...». Poi pare si sia allontanato in auto. Direzione Avellino. Per il sindaco la Festa finirà male.
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