La sinistra dei salotti vuole svuotarci il portafoglio

L'idea di una nuova progressività fiscale unita alla tassa di successione si fa sempre più strada. Cosa può succedere

La sinistra dei salotti vuole svuotarci il portafoglio

La sinistra da salotto pensa solo a una cosa: le tasse. Un chiodo fisso quello dei dem del nuovo corso firmato Letta e di tutti quei "saggi" che ruotano attorno alla galassia del centrosinistra. Di fatto sono bastate solo due chiacchierate in poltrona a Bologna per capire qual è il programma della sinistra e del Pd per il futuro del Paese: mettere le mani nelle tasche degli italiani e soprattutto in quelle del ceto medio. In una sfilata di ultras del Fisco, sono bastate le parole di Romano Prodi per dare la benedizioni alle ambizioni di Letta che vuole rimettere al centro della fiscalità la successione, magari il tutto condito con una patrimoniale che gli alleati rossi del Pd sognano da tempo.


Il chiodo fisso delle tasse

Le parole di Prodi a Bologna, intervenuto a "Governare la Polis" non lasciano molto spazio all'interpretazione: "La violenza con cui è stata accolta la proposta di Letta sul finanziamento della dote ai 18enni dimostra che la società non è cambiata con la pandemia". E ancora: "La pandemia è un evento che cambierà molte cose - ha sottolineato - in America Biden sta facendo una rivoluzione interna che Obama e Clinton hanno solo sognato. Anche se non si può dire lo stesso in politica estera. In Italia dobbiamo diminuire le ingiustizie subite dalle minoranze, capire se è nella coscienza di tutti. Ma la polemica sulla tassa sull'imposta di successione proposta da Letta fa sembrare che tutto sia fermo a prima". Traduzione: il professore di Bologna sposa in pieno la tesi di Letta e di fatto suggerisce al segretario democratico di insistere sul sentiero tassarolo anche in futuro in vista del voto delle politiche dopo la conclusione della legislatura. Ma non ci sono solo Letta e Prodi a percorrere le strade tortuose della fiscalità opprimente, anche le nuove leve della sinistra si sono subito allineate e si fanno sentire proprio nei salotti allestiti in piazza per ribadire la voglia di tasse che da sempre accompagna la narrazione dem.


I rischi che corriamo

Sempre a Bologna, intervenendo a La Repubblica delle Idee, l'ex europarlamentare Elly Schlein (oggi vicepresidente dell'Emilia Romagna), mette in chiaro la sua posizione: "Questo Paese deve riscoprire il principio costituzionale della progressività fiscale: chi ha di più deve dare di più. La sinistra non deve più avere imbarazzo a dirlo". La pattuglia delle tasse dunque si allarga e adesso conta sui nomi big come Romano Prodi, Fabrizio Barca ed Enrico Letta. Se a questi aggiungiamo anche la Schlein, il muro sinistro che vuole inasprire la tassazione "su chi ha di più" si fa sempre più lungo. E dietro quel "su chi ha di più" si cela il progetto che potrebbe colpire (come sempre) il ceto medio e soprattutto quello micro-imprenditoriale, motore dell'economia e tra i primi finanziatori delle casse dell'Erario. A sinistra il piano per mettere le mani nel portafoglio degli italiani continua a farsi strada e finora solo le resistenze del centrodestra (sia in maggioranza che all'opposizione) sono riuscite a bloccare una devastante botta per il settore produttivo del Paese.

Infine bisogna ricordare che un'eventuale saldatura giallorossa al voto potrebbe mettere al centro del programma di governo la nuova progressività fiscale. Il tutto ignorando magari (come oggi si fa con i "no" alla flat tax pura) l'esigenze delle Partite Iva e di quegli autonomi che chiedono da tempo una boccata d'ossigeno nelle tasche.

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