Dan Diker, presidente del Jerusalem Center for Public Affairs (Jcpa), proteste e arresti per la visita di Netanyahu a Washington. Perché una larga fetta dell'opinione pubblica americana ce l'ha con il premier israeliano?
«Perché Hamas e gli alleati dell'Iran sono campioni nella guerra di propaganda e hanno fatto apparire Netanyahu come un mostro per aver difeso Israele contro questi barbari che hanno decapitato bambini, stuprato donne, ucciso oltre mille israeliani e preso in ostaggio più di 240 persone il 7 ottobre. I contestatori chiedono la fine della guerra a Gaza, ma hanno perso la prospettiva, il contesto sul perché Israele sta combattendo Hamas. Vogliono la pace a ogni costo, anche se vuol dire lasciare Hamas e i proxy dell'Iran al loro posto».
Esponenti di spicco del Partito democratico hanno boicottato Netanyahu. Kamala Harris era assente per impegni precedenti, pur essendo presidente del Senato. L'ex Speaker Nancy Pelosi, Bernie Sanders, Alexandria Ocasio Cortez e decine di deputati e senatori dem hanno disertato il discorso. Come legge questa mossa?
«La sinistra americana sostiene Hamas. La sinistra più dura ha appoggiato le proteste nei campus. Sono totalmente fuorviati perché vedono Hamas con occhiali distorti, attraverso le lenti della resistenza e dei diritti umani, senza capire che Ocasio Cortez con il suo abbigliamento e i suoi amici della comunità Lgbt sarebbero impiccati nella Gaza che supportano oggi. Vivono in un'illusione. Sostengono il gruppo terroristico che li rifiuta e rigetta i loro valori progressisti».
Non è corretto che si invochi il cessate il fuoco e la protezione dei civili a Gaza?
«Ci si concentra sui sentimenti e non sui fatti. Se si guardassero i fatti, si vedrebbe che Israele sta inondando Gaza di aiuti umanitari, sta prendendo misure come nessun altro Paese ha mai fatto in guerra per proteggere i civili, attraverso chiamate e messaggi ai cellulari, volantini che allertano la popolazione degli attacchi, mentre invece Hamas apre il fuoco dalle sedi Onu, da scuole e ospedali contro i soldati israeliani. E l'Occidente sta zitto. Perché la comunità internazionale non grida ai crimini contro l'umanità di cui Hamas si macchia pure contro la sua gente?».
Come crede che Kamala Harris gestirà la questione se diventerà presidente degli Stati Uniti? Il candidato a vice di Donald Trump, J.D. Vance, non ha assistito al discorso, ma ha spiegato di avere impegni elettorali e che è «solidamente schierato con il popolo di Israele».
«Kamala Harris e Biden sono molto simili. Il fatto che Kamala ieri non fosse al Congresso è un segnale chiaro, non casuale, ed è molto preoccupante. Ha sostenuto le proteste pro-Hamas nei campus americani ed europei, ha commentato sulla crisi umanitaria più che sulla strage di Hamas. Ma credo che sarà difficile per lei vincere le presidenziali. Non rappresenta il mainstream del Partito democratico e ha un marito ebreo, un rischio per la sua elezione».
Anche lei pensa che Trump sarebbe un presidente Usa migliore di un leader democratico per gli interessi di Israele?
«Nella sua prima Amministrazione nel 2017, Trump ha fatto per la pace in Medioriente più di qualsiasi altro presidente nella storia d'America. Ha portato la pace tra Israele e Stati del Golfo, con la benedizione dell'Arabia saudita. Ha trasferito l'ambasciata israeliana a Gerusalemme ha riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan. Infine - cosa più importante la sua amministrazione ha ammesso che l'Iran è la fonte del terrore e dell'instabilità in Medioriente, Africa e America Latina. Ha capito che la causa palestinese è il risultato della sobillazione iraniana, non la causa».
Lei sostiene che il discorso di Netanyahu al Congresso Usa sia il più cruciale degli ultimi trent'anni sulla questione iraniana. Perché?
«Perché avverte l'Occidente dell'intenzione e della capacità del regime iraniano di distruggerlo e dell'impegno religioso e ideologico di Teheran per farlo. Non a caso Hamas e i suoi alleati parlano di distruggere Roma e conquistare l'Europa, come ho ricordato al Parlamento italiano. L'Occidente è iper-focalizzato sulla questione palestinese e l'Iran la sta usando per attaccarlo».
Lo Stato palestinese non è una soluzione per un futuro di pace, come insiste la comunità internazionale?
«La comunità internazionale è diventata cieca di fronte alle vere cause dell'instabilità e della
sovversione in Medioriente. Uno Stato palestinese sarebbe uno Stato terroristico che porterebbe a un altro 7 ottobre, come è successo da Gaza, che era uno stato palestinese di fatto, controllato al 100 per cento da Hamas».
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