Il "caso Siri" continua a tenere molto distanti Lega e MoVimento. Se da una parte il ministro Matteo Salvini difende Siri e il suo operato, dall'altra il ministro Luigi Di Maio ne chiede le dimissioni. E ora vuole vederlo in panchina. "La linea del M5S rimane la stessa - dice Di Maio a Rtl 102.5 - chiediamo a Siri di lasciare, perché indagato per corruzione in un'inchiesta che coinvolge anche mafiosi. È una questione morale. Se poi verrà giudicato innocente, tornerà a fare il sottosegretario". All'interno del governo, quindi, la tensione è altissima e ora è tutto nella mani del premier Giuseppe Conte.
Ma Luigi Di Maio non si ferma e continua a mettere carne sul fuoco, "ci sono tensioni nel governo, ma si va avanti". Il grillino, infatti, ha rivelato che alcuni parlamentari della Lega gli avrebbero chiesto che Siri facesse un passo indietro. "Alla Lega ci pensa la Lega - replica Salvini all'Agi al termine di un comizio a Tivoli -. Ma noi ci stiamo occupando di vita reale e quindi non ho tempo da perdere con altre polemiche, ho detto tutto quello che dovevo".
"Anche noi non molliamo - ribatte Di Maio intervistato da Rtl 102.5 -. E la stragrande maggioranza degli italiani condivide la posizione del Movimento Cinque Stelle, visto che si parla di corruzione e mafia. Non si può pensare di restare sottosegretario in queste condizioni. Ho piena fiducia nel premier Conte, troverà una soluzione. E anche Salvini farà la scelta giusta".
Ma il botta e risposta (durissimo) continua a distanza. E in un comizio a Palestrina, il leader del Carroccio ripassa all'attacco: "Non parlo dei 5 Stelle sennò qualcuno si offende.
Non parlo della Raggi sennò qualcuno si offende. A Roma non ci sono i topi, le buche e i mezzi pubblici funzionano con efficienza". Salvini non scherza quando parla di Roma e ci tiene a precisarlo: "L'ho detto senza ridere...".
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