"Sistema in tilt senza organici. Indagini e giudizi più lunghi"

Il leader di Mi: "Introdurre più garanzie è una scelta politica. Inappellabilità? Si applicherà a tanti processi"

"Sistema in tilt senza organici. Indagini e giudizi più lunghi"
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«Le scelte sono politiche ma nel processo democratico è giusto che la magistratura esprima le sue opinioni, per dare un contributo di carattere tecnico». Il leader di Magistratura indipendente Angelo Piraino parla della riforma della giustizia presentata dal Guardasigilli Carlo Nordio. «Mi dispiace che su questi temi si sia realizzata una frizione con il ministro Nordio, ma confido che il dialogo non si interrompa, nel reciproco rispetto dei rispettivi campi di competenza tra magistratura e politica e nell'interesse dei cittadini», spiega.

Abolito l'abuso d'ufficio...

«L'esperienza concreta registra poche pronunce di condanna e la tendenza è quella di prevedere ipotesi di reato sempre più specifiche. L'abuso di ufficio, però, è una norma di chiusura del sistema dei reati contro la Pubblica amministrazione e va valutato se, abrogandola, possa restare scoperto il campo delle devianze nei concorsi pubblici. Confido che possa valutarsi l'introduzione di una ipotesi più tipizzata, come già fatto nel campo degli appalti».

E per il traffico d'influenze...

«Presenta dei margini di discrezionalità, che il disegno di legge vuole restringere. Viene premiata la collaborazione degli indagati, come è stato fatto per la criminalità organizzata, con ottimi risultati. Escludere la punibilità di chi collabora è una scelta di valori, e spetta al legislatore trovare il giusto punto di equilibrio».

È allarme inappellabilità?

«Nessun allarme, vi sono dei limiti già individuati in occasione dell'illegittimità della legge Pecorella. Questa volta l'intervento è più dosato, riguarda i processi senza udienza preliminare, e quindi meno gravi, ma la riforma Cartabia ne ha ampliato il numero, il campo di applicazione è vasto».

La stretta sulle intercettazioni era proprio necessaria?

«Anche in questo campo ci sono state molte modifiche, l'ultima del 2020, segno della difficoltà di trovare un punto di equilibrio. Il disegno di legge sposta il baricentro verso la tutela dei soggetti terzi, limitando molto la possibilità di divulgazione delle intercettazioni, ma soprattutto impone un'attività di controllo certosino del materiale intercettato. È un messaggio chiaro: il diritto di cronaca sui processi serve per controllare l'esercizio dell'azione penale, non per raccogliere e pubblicare materiale estraneo al tema delle indagini».

Si allungheranno i tempi delle indagini?

«L'aggravio di adempimenti c'è, in un settore in cui già le risorse sono al minimo. Confido che venga adeguatamente valutato se le risorse disponibili siano concretamente compatibili con l'introduzione di queste nuove garanzie. La giustizia è una macchina che già oggi lavora con il motore al massimo, ce lo dicono le rilevazioni europee, il rischio è andare fuori giri».

Giusta la scelta del gip collegiale?

«Non si può negare che sei occhi vedano meglio di due, ma guardiamo l'effetto complessivo: solo per giudicare sulla misura cautelare ci vorranno undici giudici nei vari gradi di giudizio, più altri dodici, diversi dai primi, per decidere se l'imputato va assolto o condannato. Siamo in grado di reggere questi numeri?».

Il Guardasigilli ha lanciato 250 nuove assunzioni...

«Speriamo possano essere sufficienti. Forse la tendenza ad incrementare le garanzie dovrebbe indurre anche a rimeditare le scelte annunciate sul mantenimento dei piccoli tribunali, dove è più difficile gestire le incompatibilità e formare i collegi».

Ultima questione, la misura cautelare. Dubbi?

«L'obbligo di interrogare l'indagato prima di applicargli una misura cautelare, già previsto per la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio, viene esteso a tutti i reati, tranne quelli di criminalità organizzata, terrorismo o commessi con armi o violenza. Con un altro disegno di legge si rafforza la tutela nei reati di violenza ai danni delle donne con tempi accelerati per l'emissione dei provvedimenti cautelari. Il processo viene modulato diversamente a seconda della tipologia di reato, il che rientra nella discrezionalità del legislatore, ma va posta attenzione a come tutto ciò impatta sull'organizzazione, la macchina si complica».

E l'avviso di garanzia parlante? Che ne pensa?

«L'informazione di garanzia è stata pensata per svolgere una fondamentale funzione di presidio del diritto di difesa dell'indagato, anche se la narrazione mediatica spesso ne ha dato spesso una connotazione diversa. Si restituisce all'atto la sua funzione originaria, perché mette l'indagato in grado di comprendere i fatti che gli vengono contestati. Apprezzabile evitare che l'atto venga a conoscenza di terzi ma servono più risorse».

Il giudizio complessivo?

«Il disegno mira ad aumentare le garanzie.

Vi sono delle criticità, ma confido che con il dialogo vengano risolte. È essenziale, però, che venga adeguatamente valutato il suo impatto sull'efficienza del sistema giudiziario perché, come dice un antico adagio, non si possono celebrare le nozze con i fichi secchi».

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