Se «dai diamanti non nasce niente», come diceva Fabrizio De André, dai fanghi di depurazione possono nascere biolignite e fertilizzanti. Il progetto, ideato da Acea Ambiente, società del gruppo Acea nel settore del waste management, si chiama Sludge mining e cambierà radicalmente il modello tradizionale di smaltimento dei fanghi biologici per diventare prodotti riutilizzabili.
Si tratta di un esempio concreto e virtuoso di applicazione di circular economy che, grazie a una tecnologia innovativa, trasforma i fanghi in fertilizzanti e in un tipo di biolignite che, rispetto alla lignite comune, ha un ridotto contenuto di zolfo ma, soprattutto, è di origine biologica e rinnovabile.
Per la realizzazione di questo progetto, presentato a Ecomondo, la manifestazione internazionale sull'economia circolare tenutasi recentemente a Rimini, l'azienda ha previsto un investimento di 7,4 milioni di euro che sarà cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Toscana per circa 2,3 milioni. Alla fase di progettazione hanno partecipato anche le Università di Firenze, Pisa, Siena, Parma, il Politecnico di Milano e la società spagnola Ingelia. L'obiettivo è quello di sviluppare un laboratorio stabile sui prodotti di recupero derivanti dai processi di carbonizzazione per la produzione di biopolimeri e biometano, l'estrazione del fosforo da fanghi e la realizzazione di una serra idroponica.
Acea ha già avviato anche l'iter autorizzativo, presso la Regione Toscana, per la realizzazione, a Chiusi in provincia di Siena, di un impianto di recupero con una capacità di trattamento pari a 80mila tonnellate annue di fanghi di depurazione.
Sarà il primo impianto in Italia e il più grande d'Europa, molto più grande rispetto a quelli già esistenti in Spagna, Belgio e Inghilterra. Il processo di carbonizzazione idrotermica, che avviene in reattori chiusi, e l'uso di tecnologie innovative garantiranno, inoltre, la totale assenza di odori ed emissioni. L'impianto, attraverso l'uso di una nuova tecnologia di carbonizzazione idrotermica (Htc), brevettata da Ingelia, produrrà circa 8 mila tonnellate annue di biolignite, un combustibile con un ridotto contenuto di zolfo, di origine biologica e rinnovabile, che consente di evitare l'emissione di 16.280 tonnellate annue di CO2 e che permetterebbe di riscaldare in modo sostenibile 4mila famiglie.
Lo stesso impianto produrrà circa 6mila tonnellate annue di fertilizzante organico, una quantità che consentirebbe di fertilizzare circa 20mila ettari di terreno, pari a circa 25mila campi di calcio. Con questo sito e con quello di Monterotondo Marittimo, situato in provincia di Grosseto e abilitato al trattamento di 25mila tonnellate annue, Acea tratterà un totale di 105mila tonnellate di fanghi, pari quasi all'intera quantità prodotta dalla Regione Toscana.
Sempre sul fronte della sostenibilità e della ricerca, sviluppata in direzione dell'economia circolare, la multiutility romana ha siglato a Ecomondo un accordo con Estra, Sei Toscana e altre undici, tra imprese ed enti, propedeutico alla realizzazione di un polo di sviluppo industriale sulla circular economy, con un approccio multidisciplinare che rappresenta una vera novità nel panorama italiano. A.I.R.E.S (Ambiente Innovazione Ricerca Energia Sviluppo), questo il nome dell'accordo, è di fatto un contratto di rete di durata quinquennale che ha tra le sue finalità la realizzazione di attività per il miglioramento delle performance tecniche ed economiche in materia di economia circolare; il rafforzamento della capacità innovativa e produttiva a costi inferiori; il potenziamento di know-how e formazione. «La nascita di Aires ha affermato Giovanni Vivarelli, Presidente di Acea Ambiente - è la dimostrazione di come il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità sia un impegno comune che passa anche attraverso un processo di condivisione delle competenze dei player del settore.
Acea Ambiente è impegnata nel costante processo di evoluzione delle tecnologie nel campo del waste management, come testimonia anche la recente inaugurazione del nuovo impianto di Monterotondo Marittimo a Grosseto, uno dei più grandi dell'Italia Centrale, dotato delle più moderne tecnologie per la produzione di compost e di elettricità da fonti rinnovabili».
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