Sofia, vent'anni appena. Uccisa a coltellate dall'ex fidanzato geloso

L'omicidio a casa della ragazza. Il giovane, 23 anni, origini marocchine, confessa il delitto

L'ultima foto pubblicata da Sofia Castelli su Instagram
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Tragedia a Cologno Monzese: sgozzata dall'ex dopo una lite. Muore a 20 anni Sofia Castelli, uccisa da Zakaria Atqaoui, 23 anni origini marocchine, che con le mani sporche di sangue si presenta al comando della polizia locale. «Abbiamo litigato, ho perso la testa, l'ho uccisa». Il giovane, reo confesso, viene trasferito nella caserma dei carabinieri per essere interrogato dal pm di turno mentre i militari si precipitano a casa della vittima, al 100 di corso Roma, dove la trovano cadavere. Ancora un femminicidio, il 26esimo dall'inizio dell'anno (quattro nella seconda metà di luglio). Il movente? Sempre lo stesso: una storia finita, durata 4 anni tra liti tremende, due separazioni, altrettante riconciliazioni.

Sofia, però, di ricominciare con Zakaria non ne vuole più sapere anche se per lei resta un amico. La serata di sabato la passa in discoteca a Milano, al The Beach Club di via Corelli, assieme a un'amica. Tirano a far tardi come mostrano le «storie» postate sui social all'una del mattino. Alle 5,58 Sofia è ancora viva quando scatta una foto all'alba fra i palazzi a due passi da casa. È prima mattina quando l'ex bussa alla sua porta. L'amica, che è rimasta a farle compagnia, dorme e non si accorge di nulla. Alle 9,30, quando Zakaria si presenta dai «ghisa», l'ha già ammazzata. Orari confermati, in prima battuta, dall'esame medico legale eseguito sulla vittima, trovata stesa a terra sul pavimento di casa.

Sofia viveva con i genitori e con il fratellino nell'appartamento di corso Roma. Un matrimonio in Sardegna, i tre partono e la lasciano sola. Sofia, che studia Sociologia all'Università Bicocca, lavora come commessa in un supermercato della zona per pagarsi gli studi, non può allontanarsi per l'intero fine settimana. Le piace ballare e come ogni sabato decide di passarlo con l'amica nel locale del quartiere Forlanini. Con Zakaria si sono lasciati varie volte e Sofia non ha più voglia di portare avanti la relazione. Ma continua a vederlo, l'errore più grande che si possa fare quando la fine del rapporto è voluta da una sola parte. «L'amavo» continua a ripetere assieme a frasi sconnesse l'omicida davanti ai carabinieri di Sesto San Giovanni che l'hanno interrogato per ore con il pm della Procura di Monza Emma Gambardella. L'arma del delitto non è stata trovata. In serata il 23enne viene sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ascoltata come persona informata dei fatti anche la ragazza che era in casa durante il delitto ma che non si è resa conto di nulla. «Dormivo profondamente» mette a verbale.

Sul posto uno zio e una cugina della vittima che hanno avvertito i genitori. Il padre, chimico in un'azienda della zona, e la madre, impiegata in una scuola, sono ripartiti immediatamente per Milano. «Saranno sconvolti - raccontano i vicini della famiglia Castelli - Bravissime persone, mai uno screzio o un problema condominiale. Gente perbene. Zakaria lo trattavano come un figlio». Una lista infinita di femminicidi, 70 da inizio anno: il 28 maggio a Senago, 20 chilometri da Cologno, viene uccisa sempre a coltellate Giulia Tramontano, 29 anni incinta al settimo mese. Il killer è il padre del bambino, Alessandro Impagnatiello, che dopo aver dato fuoco al corpo lo nasconde per giorni in un'intercapedine.

Il 25 luglio a Fossombrone, Pesaro, viene uccisa Marina Luzi, 40 anni, dal cognato Andrea Marchionni di 46 anni. Venerdì a Pozzuoli un uomo, Antonio Di Razza, uccide a colpi di pistola la moglie, Angela Gioiello, 39 anni, davanti ai loro tre figli per poi suicidarsi.

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