Soldati, tank e droni. Europa "scoperta" senza l'ombrello di Nato e Stati Uniti

L'Ue non ha 300mila militari da schierare subito sul campo. Pochi anche i mezzi

Soldati, tank e droni. Europa "scoperta" senza l'ombrello di Nato e Stati Uniti
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Vertici, fughe in avanti e dubbi. Il ciclone Donald Trump ha gettato l'Europa nel caos o quasi. La nuova amministrazione Usa ha dimostrato di voler chiudere in fretta il dossier ucraino e disimpegnarsi dal quadrante europeo per dirottare energie e risorse verso la Cina. Da settimane gli Stati Uniti chiedono all'Europa di gestire il futuro di Kiev e fare da soli. E in Europa c'è chi, come Francia e Regno Unito, accarezza l'idea di un'autonomia quasi completa.

Ma fare a meno dell'ombrello americano è discorso costoso e complesso. Perché per l'Europa non dovrebbe dire solo gestire la pace in Ucraina, ma anche essere in grado di mantenere una postura militare sufficiente a mantenere la propria sicurezza rispetto a eventuali mire russe.

Secondo il think tank belga Bruegel questa autonomia nel breve periodo rimane una chimera. Per averne un'idea servono un po' di numeri, partendo proprio dal dispositivo russo in Ucraina. Mosca nel 2024 è arrivata a schierare 700mila uomini, molti di più di quelli usato nel 2022 per avviare l'operazione militare speciale. Solo l'anno scorso è stata in grado di produrre o ripristinare oltre 1.500 tank, 5.700 veicoli blindati e 450 pezzi di artiglieria. Anche se la Russia non può permettersi nuovi fronti di guerra, nelle cancellerie di mezza Europa i timori restano alti. A febbraio è circolato molto un rapporto dell'intelligence danese in cui si evidenziava che se la Nato fosse stata percepita come debole, Mosca avrebbe lanciato una guerra su vasta scala entro cinque anni.

Al di là di catastrofismi è chiaro che per l'Europa sia difficile schierare una deterrenza superiore o anche solo equivalente. E su questo bastano due esempi. Prendiamo prima il fronte ucraino. Secondo una stima di diversi esperti sentiti dal New York Times qualche settimana fa, per avere una forza di pace sufficiente a gestire un cessate il fuoco ucraino servirebbero 150mila boots on the ground, cifra ben lontana dai 30 mila ipotizzati da Parigi e Londra.

Venendo al fronte russo bisogna fare due conti rispetto alle truppe americane in Europa. Secondo lo United States European Command, all'inizio del 2025 i militari Usa presenti sarebbero circa 84mila, un numero che in caso di aggressione russa a un membro Nato salirebbe a 100mila in 10 giorni a cui si aggiungerebbero altri 200mila in un mese, per un dispositivo complessivo di 300mila uomini.

Il problema è che l'Europa non ha questi uomini pronti all'uso. Prendiamo Francia e Regno Unito. Le forze di terra transalpine, stando agli stessi dati del ministero della Difesa francese, arrivano a malapena a 58mila militari di rango; mentre l'esercito britannico potrebbe contare al massimo su 74mila uomini. Anche sommando le truppe di altre nazioni, nota ancora il Bruegel, è difficile che i soldati di 29 Paesi siano in grado di avere lo stesso impatto di 300mila stivali statunitensi. L'ombrello americano ha unità più compatte e un comando unificato. Non potrebbe dirsi lo stesso per il resto dei Paesi europei. Ma anche ammettendo che si riesca a migliorare il coordinamento tra gli eserciti resta un enorme elefante nella stanza: i mezzi. Solo per evitare che Putin colpisca i Baltici agli europei servirebbero circa 1.500 carri armati, 2mila veicoli da combattimento e 700 pezzi di artiglieria. Una potenza di fuoco maggiore di tutte quelle a disposizione, in modo combinato, di Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

A tutto questo mancano poi altri elementi che gli americani possono vantare come capacità di trasporto truppe, missilistiche, di drone warfare e intelligence. Un lista di necessità talmente lunga, che rende l'indipendenza dall'America quasi un miraggio.

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