Mettere sullo stesso piano Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu è quantomeno azzardato ma è normale chiedersi cosa succederebbe se andassero all'estero, dopo essere entrambi stati raggiunti da un mandato di cattura da parte della corte penale internazionale. Il dubbio è aperto anche perché proprio ieri un militare israeliano sotto indagine per presunti crimini di guerra nella Striscia di Gaza è stato costretto a fuggire in fretta e furia dal Brasile, dove era in vacanza, per giunta grazie all'intervento decisivo del ministero degli Esteri israeliano. Scatenando così un caso internazionale con ripercussioni polemiche anche interne.
Un tribunale federale brasiliano aveva emesso un ordine di indagine urgente contro il militare, 21 anni, mentre si trovava in vacanza nel Paese. L'accusa nei suoi confronti è quella di aver partecipato alla demolizione di un complesso residenziale nella Striscia di Gaza con ordigni esplosivi lo scorso mese di novembre. Accusa, arrivata da «Hind Rajab Foundation», un'organizzazione palestinese per i diritti umani. A quel punto, l'unica possibilità di evitare guai è stata la fuga in piena notte, grazie all'aiuto delle autorità israeliane. Il ministero degli Esteri di Tel Aviv iha rilasciato una nota in cui conferma di aver dato ordine di contattare il militare e la sua famiglia e di «accompagnarli fino alla rapida e sicura partenza dal Brasile». Nel contempo, ha anche richiamato i militari israeliani a prestare attenzione ai «post sui social media riguardanti il loro servizio militare e sul fatto che elementi anti-israeliani potrebbero sfruttare questi post per avviare inutili procedimenti legali contro di loro». Il militare infatti, figurerebbe tra quelli che ha filmato e pubblicato online atti quantomeno borderline, come più volte visto in questi mesi, creando non poco imbarazzo alle autorità israeliane.
La fuga del soldato, oltre a infastidire il governo, ha creato polemiche anche interne. Il leader di opposizione israeliano Yair Lapid attacca: «Il fatto che un riservista israeliano sia dovuto fuggire dal Brasile nel cuore della notte per evitare di essere arrestato per aver combattuto a Gaza è un colossale fallimento politico di un governo irresponsabile che semplicemente non sa come lavorare», ha detto.
Il ministro degli Esteri Gideon Saar invece mette il presidente brasiliano Lula nel mirino: «Il presidente antisemita Lula accusa Israele, all'inizio della guerra, di genocidio e afferma che le azioni dell'Idf erano simili a quelle dei nazisti». In ogni caso, un ulteriore problema da gestire per un governo già da parecchio e da più parti sotto accusa.
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