A scuola si tornerà a settembre, se tutto andrà bene. Si sa da settimane che le classi sarebbero rimaste vuote, anche se l'ufficialità non è ancora arrivata. Restano però da chiarire alcuni dettagli importanti per la Maturità, che ormai è alle porte e quale sarà il futuro degli alunni in autunno.
Ma lo spartiacque del 18 maggio, vista la situazione sanitaria, è stato superato.
Gli 8 milioni di studenti, quindi, resteranno a casa e si sta pensando di aiutare le famiglie con un'estensione del congedo parentale o un bonus «baby-sitter». «A giorni il governo prenderà una decisione - scrive la ministra Lucia Azzolina nella sua pagina Facebook -, ma a mio avviso riaprire ora le scuole, per poche settimane, mentre il Paese conta oltre 500 morti al giorno per coronavirus, rischierebbe solo di vanificare gli sforzi fatti». Ma il «rompete le righe» agli studenti non conviene. Il 6 politico, infatti, non esiste, anche se tutti saranno ammessi al prossimo anno e alla maturità.
«Se lo studente merita 8 però avrà 8, se merita 5 avrà 5 - dice Azzolina -. La didattica a distanza ci ha permesso di mettere in sicurezza l'anno che altrimenti sarebbe andato perso. Alla fine tutti avranno un voto. Chi risulta insufficiente recupererà il prossimo anno con attività individualizzate». Resta quindi l'ipotesi dei «debiti formativi». «Dedicheremo le prime settimane al lavoro per chi è rimasto indietro o ha avuto insufficienze - aggiunge -. Ma non abbiamo stabilito le date, lo faremo insieme alle Regioni».
Per la Maturità ci sarà solo la prova orale, ma è esclusa la formula «mista» ovvero studenti a scuola e professori a casa. Venerdì la ministra ha firmato anche l'ordinanza attuativa del decreto legge del 6 aprile che prevede una commissione formata da 6 commissari interni e dal presidente esterno. «In questo modo - spiega la Azzolina - i ragazzi saranno valutati da docenti che conoscono il loro percorso e quanto realmente fatto durante questo particolare anno scolastico. Vogliamo un esame di Stato vero, serio, ma che tenga conto anche delle difficoltà affrontate a causa dell'emergenza ancora in atto. I presidenti saranno nominati dagli Uffici scolastici regionali, i commissari dai consigli di classe. Nella composizione della commissione si terrà conto dell'equilibrio fra le varie discipline di ciascun indirizzo. In ogni caso, sarà assicurata la presenza del commissario di Italiano e di uno o più commissari che insegnano le discipline di indirizzo». I ragazzi di terza media dovranno consegnare invece una tesina e saranno i consigli di classe a fare la valutazione.
Ma poi c'è l'ostacolo di settembre e lo spettro della «classi-pollaio» da scongiurare. Un percorso tortuoso. Il numero uno del Miur tende a escludere l'ipotesi di doppi turni in aula e ha poca fiducia nell'utilizzo delle mascherine in classe, difficili da gestire soprattutto con gli alunni più piccoli. Possibile invece una combinazione di lezioni fisiche e online. «Se sarà necessaria la didattica a distanza precisa ci faremo trovare pronti. Oltre ai fondi già stanziati arriveranno presto altri 80 milioni per l'acquisto di pc, tablet e dispositivi per la connessione internet, dedicati alle scuole del I ciclo, primaria e secondaria di I grado.
«I concorsi per i professori si faranno - assicura la ministra -. Quello straordinario per 24mila precari si svolgerà appena le condizioni lo permetteranno.
I docenti casomai saranno assunti dal primo settembre». A traghettare la ripartenza Patrizio Bianchi, ex rettore di Ferrara, alla guida di un comitato di pedagogisti, docenti, presidi ed esperti del mondo sanitario e digitale. Ma la strada è lunga.
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