"Solo quel genio di Einstein è riuscito a farmi dimagrire"

Meno 18 chili in quattro mesi scarsi: un vero miracolo della scienza Vi spiego come si fa (con qualche sgarro)

"Solo quel genio di Einstein è riuscito a farmi dimagrire"

C'è voluto Einsten per farmi dimagrire 18 chili in 110 giorni. La Kyminasi diet che seguo dall'8 aprile scorso si basa infatti sulla fisica della materia salita agli onori delle cronache grazie alla celeberrima formula della relatività: E=mc2. Mia madre e la maestra Jole Partesi si rivoltano nella tomba perché hanno sudato sette camicie per farmi studiare le tabelline, l'algebra e la geometria: fin dalle elementari il mio livello mentale scientifico è stato come quello dei minerali. Invece questa dieta infallibile per chi segue alla lettera i consigli del dottore non ha più segreti per me forse perché è molto complessa a livello teorico ma facilissima da seguire. Certo ho sognato di assalire un pizzaiolo all'arma bianca e mi commuovo annusando il profumo del vino dal bicchieri dei miei amici.

Non posso neppure mangiare caramelle o chewingum di nessun tipo, usare dadi da brodo in cucina e assumere alimenti o dolcificanti che contengono aspartame, fruttosio, glucosio o derivati del malto. Tutto il resto è libero a parte l'olio con cui non bisogna esagerare e la frutta che devo limitare a 5/600 grammi al giorno. «Le regole che vanno bene per lei potrebbero non funzionare per altri» avverte il dottor Roberto Cestari direttore sanitario della Biomedic Clinic & Research di Villa Guardia in provincia di Como cui mi sono rivolta la scorsa primavera dopo una visita dall'ortopedico che mi doveva operare al piede destro. «È un intervento di routine ma se non perde almeno 20 chili non potrà rimettere i tacchi» ha detto mentre mi rimettevo gli stivali con sotto 12 centimetri di zeppa. Gli ho risposto che non è ancora nato l'uomo in grado di farmi scendere dalle mie scarpe alte, altissime o da brevetto di volo, ma poi altri due specialisti han confermato la diagnosi.

Ho fatto milioni di diete in vita mia, dalla Scarsdale alla Dukan passando per una follia piena di uova che si chiamava Programma Plank (10 chili in due settimane e un fegato sull'orlo del collasso) e per la Tisanoreica. «Stavolta ci vuole la riconversione metabolica» ha detto la dottoressa Carmen Salvatore, titolare e fondatore di Novessentia l'avveniristica medical spa di Ghiffa sul lago Maggiore. La sua addetta stampa ha fatto il resto dandomi il telefono di un centro privato polispecialistico in provincia di Como dove lavorano medici, naturopati e ricercatori. «Usano la biorisonanza - ha detto - non so cosa sia ma funziona: mia sorella ha perso 26 chili un anno fa e in tutto questo tempo non ne ha rimesso uno». Parlo con la sorella che mi racconta delle gocce caricate con apposite frequenze rilevate dal test di Biorisonanza e dagli esami del sangue e delle urine da fare prima di prendere appuntamento. Sogno miracolosi farmaci anoressizzanti ma scopro ben presto che non è così. «Le nostre gocce contengono acqua e tracce di minerali, vengono caricate con frequenze elettromagnetiche, migliorano il metabolismo dei grassi e l'abbattimento delle intolleranze alimentari» spiega il dottor Cestari alla prima visita prescrivendomene 5 alla mattina e 5 la sera in poca acqua, almeno 10 minuti prima di mangiare e bere qualsiasi altra cosa. Ho archiviato l'informazione alla lettera O di omeopatia e mi sono concentrata su altre cose del tutto nuove tra cui i primi due giorni di dieta che m'imponevano di mangiare molti grassi: olio, noccioline, avocado, zampone, cocco, prosciutto, salame e salsiccia.

Mi sono ingozzata di maionese e tapenade, quella deliziosa pasta di olive creata in Costa Azzurra per far ingrassare le turiste italiane perché le francesi, notoriamente ossessionate dalla linea, non la guardano nemmeno. Pare che i due giorni di relativa bisboccia (le salse oleose senza pane non danno così tanta soddisfazione) servano solo a chi ha grandi lentezze metaboliche: ingannano il corpo dandogli prima dei grassi e poi togliendoglieli di colpo per costringerlo a mangiare quelli inutilmente accumulati negli anni. «Dopo per 22 giorni deve pesare tutto quello che mangia - ha sentenziato il dottore - se non sgarra perde come minimo 6,7 chili». Gli ho chiesto cosa sarebbe successo se ne avessi persi 6,5 e lui serafico ha risposto che avrebbe avuto la prova del mio sgarro. «Signora, io ho delle curve» ha concluso sibillino. Avrei tanto voluto replicare con un velenoso «Anch'io, dottore, su questo non ci piove» ma ero troppo sconvolta dall'elenco: cinque tipi di carne, otto di pesce, una dozzina di verdure e sette di frutta suddivisi in due pasti e altrettanti spuntini. Con un filo di voce ho chiesto notizie sulla colazione, il mio pasto preferito. Mi ha concesso la frutta: i 200 grammi da assumere nell'arco di un'intera giornata. È stata dura ma il 30 aprile pesavo 6,7 chili in meno. Da allora è stata una marcia trionfale con un'unica battuta d'arresto nel secondo mese quando le curve del dottor Cestari dicevano che dovevo perdere 4,2 chili come minimo e io ne avevo persi solo 3 pur non avendo sgarrato. Mi hanno prelevato una goccia di sangue, si sono chiusi in laboratorio e dopo mezz'ora mi han chiesto se avevo cucinato con il dado e preso del fruttosio. In effetti il pesce al limone senza dado viene una schifezza e li mi hanno consigliato il corso con un personal dietetic chef. Quanto al fruttosio abbiamo scoperto che i miei fermenti lattici contengono l'equivalente di due pompelmi in ogni bustina. A quel punto ho voluto incontrare Fulvio Balmelli, il ricercatore svizzero che ha messo a punto la Kyminasi Diet battezzandola con le iniziali dei nomi dei suoi figli: Kyrlian, Mia, Nathan e Sirio. Sto per raccontargli la storia dei principi di Monaco che hanno chiamato il loro panfilo Carostefal, quando Balmelli dice che mi conosce bene. In realtà non ci siamo mai incontrati, ma le mie frequenze corporee non hanno segreti per lui che è un grande tecnico di biorisonanza, l'evoluzione dell'omeopatia messa a punto dal tedesco Hans Brugemann. «È stato il primo a passare dal concetto di sostanza a quello di messaggio a livello energetico a insegnarci a trattare il corpo dal punto di vista fisico e non chimico. Poi sono arrivati gli studi di Paul Leug sull'antirumore» spiega prima di fuggire nel suo laboratorio dove si è perfino provocato delle feroci allergie per studiare su se stesso il problema.

Vengo così a scoprire che tutta la materia è energia condensata, vibra e ha delle frequenze ben precise. Anche a livello corporeo esistono frequenze nel campo dell'udibile, ma se emettiamo una controfequenza con un apposito apparecchio possiamo ridurre il rumore e addirittura azzerarlo. Mi viene spiegato che il meccanismo si chiama ANC (Active Noise Control) e che la Honda ha già prodotto una macchina che annulla il suo stesso rumore. Faccio ancora fatica a capire cosa centri tutto questo con la mia dieta. Interviene Alessia Panizza, moglie di Balmelli e Ceo del centro. Racconta che loro hanno avuto in 10 anni 25 mila pazienti, una media di 800 al mese. Prima stavano in Svizzera dove la biorizonanza è riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale come del resto succede in Germania. Curano dalla A di allergie alla V di vomito, ma tutti volevano solo dimagrire. In due anni mettono a punto la Kyminasi che ha un protocollo di ben 98 pagine solo per i medici. In settembre apriranno 5 centri con la stessa metodica a Milano, Roma, Brescia, Padova e in Sicilia. Sostituiranno le goccine con un microchip da attaccare sotto lombelico con un cerotto.

Ce ne sarà perfino uno per gli sgarri: una sola volta per tre giorni in sei mesi di dieta. Quando arriverà io avrò ripreso a mangiare e bere normalmente, ma non arriverò più alla prova costume sentendomi un uovo di struzzo che indossa due elastici.

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