La Spagna ha scelto i popolari e punito la sinistra, vuol dire che c'è una gran voglia di centro in Europa, secondo il Ppe e Forza Italia che lo rappresenta in Italia. «Il pendolo della politica - spiega al Giornale il segretario azzurro Antonio Tajani - va verso il partito popolare europeo. La Spagna dopo Grecia e Finlandia. Di buon auspicio. Vincono le forze serie, credibili, affidabili, responsabili, che si riconoscono in valori certi». Il vicepremier e ministro degli Esteri si trova al vertice Fao quando fa questa dichiarazione e poche ore prima ha già gridato vittoria su Twitter, facendo le congratulazioni all'amico «Nunez Feijoo e agli amici del Popular che con oltre 8 milioni di voti tornano ad essere il primo partito in Spagna. Il Ppe rappresenta il centro della politica anche in Spagna, una buona notizia per tutta l'Europa».
Tajani da anni è vicepresidente dei popolari europei e ogni successo di un omologo in un altro Paese è anche un suo successo. A festeggiare con Feijòo «per la netta vittoria alle elezioni di ieri (domenica, ndr)», è anche il presidente del Ppe, Manfred Weber, che considera scontato l'incarico al leader popolare per formare un nuovo esecutivo. «Guadagna tre milioni di voti dal 2019 - scrive su Twitter- conferisce al Pp un mandato chiaro per formare un governo che rifletta questa volontà di cambiamento. Ha il nostro pieno supporto». Malgrado il calo dei favoriti di Vox, il Pp potrebbe creare un'alleanza con i conservatori ma avrebbe bisogno anche di altre forze.
Da Fi è comunque un coro di vittoria del centrodestra. «Al di là del conteggio dei seggi - dice il capogruppo di Fi al Parlamento europeo Fulvio Martusciello -, che determineranno la maggioranza assoluta per il centrodestra e dello straordinario risultato del PP, il dato che emerge è la nuova sconfitta della sinistra che in Europa ha perso tutte le elezioni da un anno a questa parte». Per l'azzurro «gli spagnoli hanno bocciato il radicalismo di Pedro Sanchez, l' attacco permanente ai valori tradizionali, il fanatismo ecologista di Timmermans» e dunque «un cambio di maggioranza ed equilibri diversi in Europa sono a portata di mano dopo il voto della Spagna». Questo voto, secondo gli avversari del centrodestra, può essere letto come uno stop all'alleanza tra popolari e conservatori in Ue, per cui lavorano soprattutto la premier Giorgia Meloni e Tajani. Ma dentro Fi la lettura è diversa. Dice Tullio Ferrante, deputato di Fi e sottosegretario alle Infrastrutture che il voto conferma il fatto che gli elettori «apprezzano l'equilibrio, l'affidabilità, la serietà delle tradizionali forze politiche liberali e riformiste di centrodestra». E che «i socialisti, dopo le esperienze di governo, in Spagna come in Italia, vengono bocciati dagli elettori che ne respingono le ricette in tema di politica economica, fiscale e sociale, immigrazione e ordine pubblico, giudicandole fallimentari». «La realtà è questa: in Europa il Ppe oggi è determinante e Forza Italia ne è l'espressione in Italia» dice Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.
Per Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato «chi ha preso meno voti sono stati quelli del partito di Vox, che dimostra come sia necessaria una forza moderata, come il Ppe, per poter guidare il governo. In Spagna ora saranno gli elettori a decidere chi otterrà la maggioranza, ma noi siamo molto contenti del risultato ottenuto perché il Partito Popolare spagnolo si è rivelato il partito guida».
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