Tutti i telegiornali parlano di lui, delle stragi, della sua latitanza. Intervistano i parenti delle vittime dei Georgofili, mostrano le immagini dei suoi covi. Ma in cella Matteo Messina Denaro non accende la tv. Non vuole vederla, preferisce stare steso a letto, riferiscono fonti penitenziarie del carcere di massima sicurezza de L'Aquila, dove il boss mafioso è entrato martedì.
I suoi primi due giorni da detenuto sono stati scanditi da visite mediche e psichiatriche e dalla sua prima ora d'aria. E con tutti - oncologi e guardie carcerarie - l'ex latitante ha accennato sorrisi e saluti, con una gentilezza e un atteggiamento che il personale penitenziario non è molto abituato a vedere negli altri detenuti, soprattutto nella sezione del 41 bis, dove sono rinchiusi ex terroristi e capi di organizzazioni malavitose.
«Precedenti?» gli è stato chiesto (per prassi) al suo arrivo a Le Costarelle durante la compilazione della scheda anagrafica. «Fino ad oggi ero incensurato» ha ironizzato, apparentemente sereno.
Sembra tuttavia che «u Siccu» dietro a battutine e sorrisi, celi una fermezza irremovibile. Da un primo colloquio psichiatrico, al termine del quale non sarebbero state riscontrate particolari patologie psichiche, è emerso il suo deciso proposito di non parlare o pentirsi. Fisico «palestrato» e depilato, Messina Denaro, non ha l'aspetto di un malato oncologico. Eppure il suo tumore al colon sembra in stato avanzato. Il super ricercato ha fatto il suo ingresso in carcere con gli abiti che aveva indosso la mattina in cui è stato arrestato in clinica: montone, cappello di lana, camicia presa dal suo guardaroba di lusso. Il cappellano del penitenziario gli ha fornito abiti e biancheria intima di ricambio e gli ha anche dato un piccolo sussidio economico per affrontare i primi giorni di reclusione: una diaria prevista per tutti i detenuti ma che, come prevedibile, ha suscitato parecchie polemiche sui social. Così come hanno indignato le cure oncologiche (che il boss comincerà oggi) in una stanza vicino alla cella: «Che trattamento gli fanno! Il primario addirittura - scrivono nelle chat su Facebook - Un onesto cittadino deve aspettare mesi per le visite». «Noi malati oncologici riceviamo trattamenti in batteria come polli in stanze comuni, non come certi pazienti vip» si legge in un altro post, nella marea di commenti e meme ironici sull'arresto del super latitante. Oggi, oltre alla seduta di chemio, Messina Denaro potrebbe presentarsi per la prima volta davanti ai giudici e collegarsi in video all'udienza del processo ai mandanti delle stragi di Capaci e via D'Amelio in corso davanti alla Corte d'assise d'appello di Caltanissetta. Poi, ordinano i medici, dovrà osservare dei giorni di riposo assoluto. Ha già sistemato e organizzato la sua cella, in un'ala in cui non c'è nessuno, ed è sorvegliato a vista 24 ore su 24. All'interno dei dieci metri quadrati dove trascorrerà il resto dei suoi giorni, ci sono il lettino e il tavolo inchiodati in terra, il bagno angolare e la tv. Come tutte le persone isolate nell'istituto, Messina denaro ha diritto a un solo colloquio al mese con i familiari, ma in questo caso il boss è riuscito a ricavarsi da solo la sua eccezione: più spesso potrà vedere o sentire il legale da lui nominato, sua nipote Lorenza.
Non seguirà diete oncologiche ma riceverà il pasto che viene servito a tutti gli altri detenuti.
E proprio sulle sue condizioni di salute interviene il Garante della privacy: «Anche in casi di vicende di assoluto interesse pubblico, riguardanti persone che si sono macchiate di crimini orribili, la pubblicazione integrale di referti, o la diffusione di dettagli particolareggiati presenti nelle cartelle cliniche relativi a patologie, non appare giustificata».
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