«Quando ero presidente dell'Anm, da uomo di corrente quale ero, la riforma più temuta era solo una, quella che avrebbe potuto scardinare il sistema delle correnti, il sorteggio. E penso di aver risposto». Così Luca Palamara interpellato a proposito del sorteggio per l'elezione del Csm dal leader del Carroccio Matteo Salvini, intervenuto per telefono durante l'intervista di Massimo Giletti al magistrato, a Non è l'Arena, domenica sera. E ieri, sul tema, è tornato il parlamentare azzurro Pierantonio Zanettin, già componente laico del Csm e primo firmatario di una proposta di legge di riforma dell'organo di autogoverno della magistratura che, per l'appunto, propone l'adozione di un sorteggio «temperato» per eleggere i componenti togati. Scelta obbligata, spiega il deputato al Giornale, perché è la nostra Costituzione che all'articolo 104 parla di componenti togati «eletti», non sorteggiati. Quindi la proposta di Fi suggerisce che tra tutti i magistrati italiani che abbiano raggiunto la quinta valutazione di professionalità (la cadenza delle valutazioni è quadriennale) ne vengano estratti a sorte 100, e che l'elezione dei 20 togati da parte del corpo elettorale formato dai 9mila magistrati avvenga solo tra questi. Un modo per arginare lo strapotere delle correnti e le elezioni «guidate», uno strumento, come spiega Zanettin, per «limare le unghie alle correnti, visto che non possiamo toglierle del tutto». E soprattutto una correzione della proposta di riforma del Guardasigilli Bonafede che prevede il voto in collegi uninominali a doppio turno e, se nessun candidato supera il 65%, un ballottaggio a quattro. Quattro, esattamente come le correnti maggioritarie presenti nell'Anm. «Un sistema sintetizza l'esponente azzurro che non solo non contrasta, ma addirittura enfatizza il ruolo delle correnti nell'elezione dei componenti del Csm». Così, vista la risposta di Palamara e considerata la domanda di Salvini Zanettin ha pensato di rilanciare quella proposta, chiedendo a «tutto il centrodestra» di convergere su quella proposta. In fondo Salvini ha già dato il suo endorsement in diretta tv domenica sera. E pure Giorgia Meloni più volte, commentando lo scandalo scatenato dall'inchiesta perugina su Palamara, ha espresso il favore di Fdi per l'opzione-sorteggio. «La mia proposta insiste Zanettin è per aprire un dibattito, e fare di questo punto un primo passo verso un programma comune del centrodestra». Chi è contrario, come ha spiegato bene Palamara l'altra sera, sono proprio le associazioni di magistrati.
Anche se «ci sono eccezioni», ricorda ancora Zanettin, «come il giudice Andrea Mirenda e i tanti magistrati che non si riconoscono nelle correnti, ma ricordo anche Sebastiano Ardita, consigliere del Csm ed esponente di Autonomia e Indipendenza, che pure si è espresso in maniera critica sulla proposta del Guardasigilli».
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