Sos di Orsini per l'industria europea. "Tempo scaduto, ora competitività"

Il capo di Confindustria con i colleghi di Francia e Germania: "Risposte, o interi settori saranno azzerati"

Sos di Orsini per l'industria europea. "Tempo scaduto, ora competitività"
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Il tempo è finito. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, consegna all'Europa un senso di urgenza delle imprese di Italia, Francia e Germania che si trovano ad affrontare uno scenario altamente avverso. «Non c'e più tempo. Siamo a un bivio. Servono decisioni importanti per il futuro dell'industria in quanto è l'industria a generare lavoro, benessere e Pil», ha tuonato il numero uno di viale dell'Astronomia al termine del trilaterale svoltosi con Medef e Bdi, le associazioni degli imprenditori di Francia e Germania.

L'appello all'Europa è quindi quello di fare presto altrimenti interi settori come l'automotive, l'acciaio e la chimica «verranno spazzati via». «Occorrono risposte dall'Europa, mettendo al centro la neutralità tecnologica, l'energia e la competitivita delle imprese verso il mondo», ha spiegato Orsini che in merito alla delicata crisi del settore auto vede come unica via d'uscita una risposta univoca europea per il rilancio.

Dal Forum Trilaterale delle Imprese, tenutosi ieri a Parigi, è uscito un documento condiviso dalle tre associazioni sulle quattro priorità da portare avanti nei prossimi 12 mesi. Oltre alla neutralità energetica, in modo da aumentare la competitività dell'industria europea, si chiede un'accelerazione sull'innovazione, con investimenti in R&S fino al 3% del Pil; per facilitare gli investimenti europei, le imprese sollecitano anche l'inizio dello sblocco degli 800 miliardi di euro individuati nel rapporto Draghi. Infine, una revisione dei regolamenti rilevanti in quanto le leggi in Ue - ben superiori a quelle degli Stati Uniti - in modo da ridurre i costi burocratici e di conformità. Se l'Europa rispondesse alle richieste contenute nel documento, Orsini quantifica che si andrebbe a risolvere il 60-70% dei problemi dell'industria europea. Tra le richieste fatte all'Europa c'è anche quella di intraprendere dei Catch-up Test, andando a confrontare sistematicamente i risultati delle politiche chiave europee con quelli degli Stati Uniti in settori economici critici «e, se necessario, adeguarle».

La giornata ha visto Italia e Francia confrontarsi ulteriormente in un successivo incontro bilaterale dove il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al presidente di Confindustria, si sono interfacciati con il ministro dell'Economia francese, Antoine Armand, e il presidente di Medef, Patrick Martin.

Sull'asse Roma-Parigi sono emerse convergenze forti sulle prossime azioni da portare avanti in maniera congiunta, in particolare iniziative comuni volte a rilanciare con urgenza l'industria dell'automotive e rivedere le regole europee sulla siderurgia.

«Automotive e siderurgia sono il cuore dell'industria europea - ha rimarcato il ministro Urso - ma serve un'azione decisa per proteggerli e rilanciarli, garantendo al contempo sostenibilità e competitività». «Italia e Francia - ha aggiunto - devono lavorare insieme per riportare l'Europa al centro delle grandi catene produttive globali».

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