Non è bastato il topolino delle votazioni online «ristrette», partorito dalla montagna di una trattativa lunghissima, a placare le tensioni tra i candidati alla segreteria del Pd. Il giorno dopo il compromesso sulla consultazione digitale i dirigenti dem continuano a farsi una sola domanda. La seguente: «Ma perché la Schlein ha insistito così tanto sul voto online, tanto da portarci sull'orlo di una scissione?» E in effetti il timore di chi, in questi giorni, ha battagliato con la neo-deputata è che dietro il pressing sulle primarie modello M5s ci sia un tentativo di destabilizzazione ben più profondo. Insomma, «si scrive Elly Schlein, si legge Giuseppe Conte», sospirano con visi terrei dalle parti dei riformisti. Lo schema tratteggiato da alcuni dirigenti del Nazareno prevede un complotto secondo cui il congresso del Pd sarebbe solo un mezzo per riconsegnare il centrosinistra nelle mani di Giuseppe Conte. Chi ci sarebbe dietro la macchinazione? Oltre alla ex vicepresidente dell'Emilia Romagna in corsa per la segreteria, i nomi sono quelli dell'ala sinistra del Pd. Ovvero i soliti Goffredo Bettini, Peppe Provenzano e l'altro «contiano» Francesco Boccia.
Ecco il disegno temuto: un Pd spostato a sinistra, consolidato dietro al M5s nei sondaggi, che farebbe da azionista di minoranza di una coalizione progressista a guida Conte. «Schlein lavora per indebolirci e per Conte capo del centrosinistra», confessa al Giornale un autorevole dirigente dem. Speculazioni condivise da tutta l'area che appoggia Stefano Bonaccini. Scenari che preoccupano anche Paola De Micheli, l'altra candidata alla segreteria che negli ultimi giorni sta sparando a palle incatenate contro la Schlein. Una sconfitta di Bonaccini oppure una scissione clamorosa, riflettono accigliati al Nazareno, aiuterebbero Conte a realizzare il suo sogno di diventare il «federatore» del centrosinistra. Ma dalla posizione di leader del partito di maggioranza di un nuovo schieramento giallorosso. La tigna di Schlein sulle primarie online fa pensare alle malelingue che i fan dell'avvocato di Volturara Appula che si annidano ancora al Nazareno non abbiano abbandonato il progetto di Conte «punto di riferimento fortissimo dei progressisti», come da copyright dell'ex segretario Nicola Zingaretti.
Dal M5s non smentiscono. Anzi. Il capo degli stellati dice di aspettare che il Pd si sposti più a sinistra.
I suoi, in privato, sono più diretti: «Se il leader del centrodestra è quello che prende più voti, perché non deve esserlo anche il leader dei progressisti?» Forti dei sondaggi in crescita, i grillini sognano di relegare i dem al ruolo di junior partner. Un deputato dei Cinque Stelle, alla buvette di Montecitorio, mangia una pizza farcita e ride sotto i baffi, poi sputa la sentenza: «Ora la sinistra la guidiamo noi con Conte, questo è un dato di fatto».
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