Piovono guai su Aboubakar Soumahoro, che adesso rischia anche la poltrona da deputato. Due giorni fa la prima udienza preliminare nell'inchiesta sulle coop di famiglia dopo che sua moglie Liliane Murekatete e sua suocera Marie Thérèse Mukamitsindo sono finite ai domiciliari, accusate di frode, bancarotta e autoriciclaggio per la vicenda delle coop di famiglia. Ieri la nuova magagna, questa volta tutta sua.
La Corte di Appello di Bologna ha spedito alla Camera un verbale di segnalazione su di lui, rilevando criticità sui contributi ricevuti nella campagna elettorale per le Politiche 2022. Nel report sui fondi pubblici ricevuti e utilizzati dal candidato dell'Alleanza Rossoverde vi sarebbero anomalie per un controvalore pari a circa 12mila euro, e in seguito alla segnalazione la Commissione elettorale della Camera avrebbe immediatamente avviato le procedure per la sua decadenza da deputato. A cristallizzare la notizia arriva la conferma direttamente da Oliviero Drigani, che della Corte d'Appello del capoluogo emiliano è presidente.
Così l'uomo simbolo della lotta al caporalato, il fondatore della Lega Braccianti, reso celebre dalle sue ospitate in tv e consacrato dall'ingresso in Parlamento sotto le insegne rossoverdi, ora si ritrova in piena parabola discendente, e rischia pure il posto. Quello con i rimborsi elettorali è solo l'ultimo in ordine di tempo di una serie di guai. E se dagli strani affari delle coop di famiglia gestite da moglie e suocera lui si è sempre chiamato fuori, val la pena ricordare l'inchiesta di Report che, intervistando l'ex parlamentare e leader no global Francesco Caruso, che con Soumahoro ha lavorato alla Usb di Foggia, aveva rimarcato la sparizione dai conti correnti di una raccolta fondi organizzata durante il lockdown di 60mila euro sui 220mila raccolti. O le inchieste di Striscia la Notizia, sempre sulle campagne di crowdfunding, dalle quali emergevano rendicontate strane spese: oltre il 10% di quanto incassato per acquistare regali di Natale ai bambini nel 2021 spesi per un servizio video, il 33% dei 31mila euro raccolti per lo sciopero dei braccianti organizzato a Roma usato per «cibo e vestiti». Su quelle campagne, peraltro, finanziate attraverso la piattaforma GoFundMe, aveva sollevato polemiche anche il suo socio e cofondatore della Lega braccianti Sambarè Soumahila, sostenendo di non sapere in che modo i soldi fossero stati utilizzati, e di non aver avuto nemmeno accesso ai conti correnti sui quali erano stati depositati.
Ora l'ultimo colpo. Sul quale però il deputato che scelse di presentarsi al suo primo giorno a Montecitorio indossando gli stivali di gomma dei contadini ostenta tranquillità. «Le contestazioni di irregolarità che mi vengono mosse spiega Soumahoro - riguardano aspetti meramente formali». I fondi «sono stati tutti utilizzati per la campagna elettorale».
E «i miei avvocati aggiunge Soumahoro - stanno predisponendo il ricorso contro il provvedimento della Corte d'appello di Bologna, per confutare con precisione gli addebiti che sono stati sollevati nei miei confronti». «Sono sereno conclude il parlamentare del gruppo misto - dimostrerò la mia assoluta trasparenza nelle sedi opportune».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.