Virginia Raggi, attraverso un post su Facebook, ha chiesto alla direzione del Movimento 5 Stelle di porre fine ai giochi di partito e alle ambiguità, ritenendo che fosse un atto dovuto nei confronti dei cittadini, a tre mesi dalle elezioni, sapere chi sarebbe stato il candidato sindaco dei pentastellati per le elezioni romane.
Post scritto la mattina di mercoledì 17 Febbraio, esattamente il giorno dopo che, secondo rumors di Palazzo Senatorio, la Raggi ha ricevuto una chiamata da parte dei vertici pentastellati. Quest'ultimi l'avrebbero informata che il suo partito si sarebbe presentato in coalizione con il Pd e che non avrebbero appoggiato una sua eventuale ricandidatura e, inoltre, che il prossimo candidato sindaco sarà Roberto Gualtieri, ex ministro dell'economia nel Conte II. Scelta ascoltata dalla Raggi ma non digerita, la quale, infatti, avrebbe manifestato con rabbia la sua ferma intenzione di non fare un passo indietro. Proprio ieri è spuntata una pagina su Facebook, immediatamente cancellata, chiamata "Roma al Futuro" per Gualtieri sindaco. Un errore voluto?
Situazione all'interno del Movimento disastrata quasi quanto quella di Aula Giulio Cesare dove avviene l'ennesima defezione all'interno della maggioranza. Dopo le consigliere Cristina Grancio e Monica Montella, approda nel gruppo Misto anche la grillina Agnese Catini: "Lascio il Movimento dopo 14 anni perché i principi iniziali ormai sono solo un bel ricordo. Non condivido l’adesione al governo Draghi che rappresenta valori opposti ai miei, se mi vogliono serva preferisco andarmene da ribelle" ha dichiarato. La scelta di appoggiare il governo Draghi tradendo, per l'ennesima volta, quelli che erano i principi del Movimento sta facendo sorgere molti dubbi, riguardo il senso di restare all'interno della maggioranza, anche alla consigliera pentastellata Simona Ficcardi. Abbandoni che rischiano di mettere profondamente in crisi la maggioranza grillina in quanto avviene pochi giorni prima di votare il bilancio previsionale 2021-2023. La soglia minima per l'approvazione è di 21 voti e i 5 stelle ne hanno appena 23.
Sembrano, dunque, non sortire alcun effetto i richiami all'unità del sindaco Raggi, la quale continua a ripetere: "L’Aula deve essere orgogliosa del lavoro svolto, Roma è un modello di legalità e di trasparenza rispetto al passato. Abbiamo stanziato due miliardi di investimenti nei prossimi tre anni e l’ulteriore spinta del governo con i fondi europei ci renderà ancora più competitivi".
Pronte le risposte di tutta l'opposizione: dal Pd a Fdi passando anche per la lista Marchini. Giulio Pelonzi, capogruppo dem, oltre a ricordare alla Raggi che gli altri Comuni hanno ottenuto una proroga al 31 marzo "per comporre un bilancio aggiornato agli stanziamenti governativi", critica fermamente i tempi di questo richiamo: "arriva al terzo fischio dell’arbitro, a fine partita e all’inizio della campagna elettorale". Dello stesso avviso anche Andrea De Priamo, il capogruppo di Fratelli d'Italia. Il suo partito, infatti, boccia convintamente il bilancio in quanto sono presenti "tagli importanti, molto lontano dalle necessità e destinato a lasciare ferite profonde". Anche Alessandro Onorato della lista Marchini critica e reputa gravemente insufficiente l'operato della Raggi: "Senza il Covid oggi in piazza avreste i forconi... È grazie alla pandemia se lei finisce la consiliatura in modo più ovattato, ma le sue responsabilità restano".
Nulla è ancora certo sulle sorti del Movimento 5 Stelle e neanche sulla possibile candidatura della Raggi.
Dopo l'espulsione dei 15 senatori e l'uscita dal movimento pentastellato di Alessandro Di Battista, infatti, non si può escludere che nasca un nuovo partito composto dai dissidenti e dai delusi grillini e che candidino proprio lei come sindaco. D'altronde proprio Di Battista, anche attraverso i social, non ha mai fatto mancare il suo sostegno alla Raggi.
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