«Evidentemente alzare con garbo la voce paga». Non ha nascosto neanche un po' della sua soddisfazione, Matteo Salvini, che dopo 48 ore vissute pericolosamente ha portato a casa il risultato: la Aquarius e il suo carico di 629 migranti saranno accolti dalla Spagna che nel primissimo pomeriggio di ieri ha risolto lo stallo offrendo il porto di Valencia: «È nostro obbligo contribuire a evitare una catastrofe umanitaria», ha annunciato il premier Pedro Sànchez dopo aver incassato la disponibilità dei sindaci Ribo (Valencia) e Colau (Barcellona).
Ringraziamenti immediati da parte di tutti, ma di segno diverso. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sottolinea come l'offerta di Madrid vada «nella direzione che chiedevamo, adesso bisogna porre con forza la modifica del regolamento di Dublino», mentre il suo omologo maltese Joseph Muscat twitta velenoso: «Ringrazio la Spagna dopo che Roma ha infranto le regole internazionali, dovremo discutere su come evitare che ciò accada di nuovo».
Questione di tempo, ovviamente, però intanto il ministro dell'Interno si gode quella che sui suoi canali social ha celebrato come una «VITTORIA!», tutto maiuscolo e con tanto di punto esclamativo. «La partita non si chiude oggi ma questo è un primo squarcio di giustizia, - ha spiegato in una lunga diretta su Facebook -. Abbiamo segnato un punto a nostro favore, l'Ue non può andare avanti a buon cuore. E a chi dice che la Spagna ci ha dato uno schiaffo rispondo che d schiaffi così vorrei averne a decine, se il governo francese, inglese, greco o cipriota volessero aiutarci, sono pronto prendere schiaffi dalla mattina alla sera».
Dopodiché, in una conferenza stampa al termine del consiglio federale della Lega, Salvini ha prima sottolineato la compattezza del governo («siamo qui da 9 giorni e cerchiamo di recuperare anni di dormite altrui») e poi ha spiegato come intende affrontare la questione sui vari fronti. Non esclude di andare in Libia per affrontare alla radice il problema dei trafficanti di uomini e ha annunciato che il governo interverrà sui costi che l'Italia sostiene per accogliere quello che ha definito «un esercito di finti profughi». «Stiamo lavorando sulla cifra da spendere per ogni migrante, negli altri paesi è inferiore e intendiamo riallinearci alla media europea. Voglio vedere se tutte queste Ong continueranno ad essere generose con meno di 35 euro al giorno».
Tornando alla Aquarius, va registrato anche un botta e risposta tra Salvini e i soccorritori. «Alla faccia di emergenze in corso che evidentemente non erano tali non hanno risposto alla mia offerta di trasbordare le donne incinte e i bambini», aveva attaccato il ministro dell'Interno prima che - nel tardo pomeriggio di ieri - iniziassero i contatti per trovare una soluzione sul punto.
Il natante di Sos Mediterranée attende il via libera per muoversi alla volta di Valencia col suo carico di migranti, ma in serata il presunto problema del mare grosso ha rimesso in dubbio la destinazione. Non così per il governo, che con il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha chiarito che «noi con la Marina Militare accompagneremo la nave fino a Valencia, penso lo potremo fare in pochissimi giorni». Intanto ci sono altri 937 profughi che per l'Italia sarà impossibile non accogliere.
Erano su 5 gommoni, un barcone e un barchino, sono stati recuperati al largo della Libia da mercantili e da motovedette della nostra Guardia costiera che li hanno trasbordati sulla più capiente nave Diciotti. Purtroppo ci sono anche due cadaveri. È stato deciso di farli sbarcare a Catania dove dovrebbero arrivare già oggi. La partita è ancora lunga, e si gioca giorno per giorno.
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