«No a polemiche, ora bisogna agire». Per il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, inviato dal premier Mario Draghi in Calabria data l'emergenza incendi è stata ieri una full immersion nei problemi del territorio devastato. Prima un vertice in Prefettura a Reggio Calabria e poi alla Regione a Catanzaro. Oggi è il momento del fare per tentare di rimediare ai danni provocati dagli incendiari che hanno mandato aziende sul lastrico, hanno distrutto ettari di macchia mediterranea e boschi, facendo morire di una morte orribile animali selvatici e bestiame, e hanno sulla coscienza 4 vittime umane in Calabria e 1 in Sicilia. «Stiamo verificando come chiudere questa fase operativa ha detto Curcio - Ci sono ancora incendi in Calabria, dopodiché si parlerà di prevenzione, di come tutelare i boschi, delle aree protette, di chi poteva fare di più, chi ha fatto bene. Non sono venuto a esprimere giudizi su nessuno, ma a portare il supporto operativo, l'idea della presidenza del Consiglio dei ministri e del presidente Draghi di essere vicino a un territorio colpito anche con vittime». Nella regione c'è un miglioramento. Basti ricordare che sono salve la Faggeta Vetusta, patrimonio dell'Unesco, e la quercia millenaria Demetra. La dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale consentirà di usare forze fuori regione. «Nella sola Calabria ha detto Curcio 11mila ettari di aree sono state colpite dal fuoco». Vanno aggiunte le devastazioni da incendi in Sicilia, dove ci sono ancora focolai, e Sardegna. Ne ha avuto contezza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sorvolato ieri le zone dell'Oristanese. «Vedere la devastazione provocata dagli incendi ha detto - fa comprendere l'immensa portata dei danni provocati alla vita dei comuni colpiti e al loro territorio e del pregiudizio arrecato al futuro dei giovani. Chi se ne è reso colpevole ha sulla coscienza una gravissima responsabilità». Intanto le fiamme arrivano alle porte di Roma. Una linea di fuoco lunga un chilometro avanza a Tivoli nella Riserva di Monte Catillo.
Una quarantina le famiglie evacuate dalle loro case di via Toniello e del villaggio don Bosco, un uomo strappato al rogo dai carabinieri forestali mentre dormiva in un cascinale. La Procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta.
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