Spread a 320 e flop dei Btp. I mercati non credono a Tria

Il ministro all'Eurogruppo difende la manovra, ma le Borse frenano. Titoli di Stato, l'asta peggiore dal 2012

Spread a 320 e flop dei Btp. I mercati non credono a Tria

Il ministro dell'Economia va all'Eurogruppo, dice di sperare in un calo dello spread, fa capire che l'obiettivo è a portata di mano a patto che i mercati capiscano la manovra del governo Lega/M5s. Ma proprio mentre pronuncia il suo auspicio i mercati si sono fatti sentire: il differenziale tra i rendimenti dei Btp e dei Bund tedeschi in chiusura è schizzato sopra i 320 punti.

Giovanni Tria ieri ha partecipato ad un Eurogruppo particolarmente difficile, tra la procedura di infrazione in arrivo e una proposta francotedesca di riforma della governance che sembra studiata per rendere difficile la vita all'Italia. Trattativa che il governo ha messo da parte, concentrando tutti gli sforzi nella ricerca di flessibilità sui conti pubblici.

Tria ieri ha confermato che il governo non cambierà la manovra. «Noi andiamo avanti, vediamo che cosa rispondono e risponderemo alle considerazioni che ci verranno fatte». Poi la rassicurazione che «c'è tutta l'intenzione di portare avanti la discussione». Ma la diatriba sul deficit gli sembra «surreale», vista l'entità dello scarto contestato.

Uno degli spiragli per fare cambiare idea a mercati e Bruxelles è la speranza che alla fine il deficit fissato nei documenti ufficiali del governo (2,4% del Pil), si riveli più basso. «Spero che lo spread tra poco scenda, nel momento in cui si vedrà che il nostro deficit, 2,4%, che è considerato il tetto massimo, si dimostrerà tale. Ovviamente, questo dipende da come andranno le trattative con l'Europa e dai giudizi del mercato», ha spiegato al termine del vertice dei ministri finanziari dell'area euro. In sostanza, quando i mercati vedranno che i conti sono sotto controllo, caleranno i rendimenti sul debito.

Ma ieri il giudizio dei mercati è stato pessimo. Piazza Affari ha chiuso meno peggio delle altre Borse europee. Effetto congiunto delle notizie italiane su Telecom e quelle su Nissan/Renault oltre confine. Ma lo spread ha chiuso a 321 punti base con un rendimento del 3,59%. È andata male l'asta dei Btp Italia. All'asta di ieri la raccolta si è fermata a 481 milioni di euro, contro i 2,3 miliardi della prima giornata dell'asta di maggio: mai così male dal 2012.

Ieri intanto il premier Conte si è finalmente sentito al telefono con Juncker ed è prevista una cena sabato a Bruxelles, ma la Commissione si prepara a bocciare la legge di Bilancio. Scontato l'avvio di una procedura di infrazione, già da domani quando l'esecutivo europeo valuterà i Documenti programmatici di bilancio degli Stati membri. La Commissione sta preparando «un pacchetto», ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. Il mandato degli Stati membri è chiaro: nessuna concessione all'Italia. Una posizione solo politica secondo Tria. «Bisogna considerare che questo è un periodo elettorale per tutti i Paesi dell'Ue», ha spiegato. Ma che cose si mettano male lo dimostra anche il dibattito sulla riforma della governance. La proposta di Angela Merkel ed Emanuel Macron formulata questa estate va avanti, anche se a fatica. Ieri il ministro Tria si è detto contrario a una stretta dei meccanismi di ristrutturazione del debito. Ma sul resto della proposta franco tedesca non si è pronunciato.

«Mentre in Italia Lega e M5s litigano ormai su tutto, a Bruxelles si discute del destino dell'Ue», ha commentato Renato Brunetta di Forza Italia. Servirebbe una risposta, insomma, perché dalla riforma dipende il nostro futuro. Ma il governo è alle prese con una richiesta di flessibilità per il 2019.

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